Finalmente è arrivata la mia settimana preferita dell’anno, più di quella di Natale, più di quella delle ferie estive: la settimana di SANREMO (che ancora molti si ostinano a scrivere SanRemo!).
Partiamo con un assunto: io e quasi la stragrande maggioranza degli spettatori guarda, ama e vive il festival come grande evento sociale e mediatico piuttosto che come gara di belle canzoni italiane.
La 64° edizione (di cui io ne avrò seguito con fierezza almeno una ventina) del festival di Sanremo diciamo che non si è aperta proprio nel migliore dei modi: un sipario dipinto non si sa di cosa non si apre, Fazio entra senza pompa magna e impacciato e appena comincia a farfugliare qualcosa, delle urla lacerano la sala. La disperazione dell’Italia è salita fin sopra gli spalti luci del teatro Ariston e minaccia di buttarsi di sotto. Giuro che per alcuni minuti ho sofferto fisicamente davanti a quel desolante spettacolo. Non credo che Fazio se la sia cavata magistralmente, combattuto tra l’evitare la tragedia e consegnare ai posteri la figura di un grande mattatore televisivo. Non voglio fare ironia sulla vicenda. Dico solo che Pippo sarebbe immediatamente salito, li avrebbe fatti scendere e avrebbe trovato loro un lavoro nel tempo in cui Fazio si tamponava la fronte con la lettera che avrebbe dovuto leggere.
Ma the show must go on.
Arriva Ligabue travestito da Toto Cutugno e canta in una lingua improbabile Crêuza de mä di De André, che avrebbe compiuto 74 anni. Potevano risparmiarcelo.
Fa il suo ingresso Lucianina vestitasi nel peggior outlet cinese, con un seguito di palmipedoni rosa. Dovrebbe essere divertente. La conduzione Fazio-Luciana in fondo diverte e funziona, ma nella sua canonica letterina a Sanremo forse avrebbe potuto evitare qualche riferimento a Brunetta o a Napolitano, giusto per distinguere Che tempo che fa dall’Ariston. Ma capisco che possa essersi confusa visto che autori, ospiti, e direttori artistici vengono da Rai3.
Inizia anche la gara canora con quell’odioso meccanismo della doppia canzone. Lo dico sin da subito: a me quasi nella totalità dei casi piacevano quelle eliminate, quindi o non ci capisco un fico di musica o la giuria non è di qualità.
La prima a rompere il ghiaccio è Arisa con le sue poppe esplosive, ciecata come una talpa, con un rossetto fluo. L’ho trovata molto delicata, canzoni gradevoli, begli arrangiamenti, lei un po’ senza voce (specie nella seconda).
Frankie Hi-Nrg = “Hai voluto la bicicletta, ora Pedala” devo aggiungere altro?
Visto che si erano esibiti già due cantanti (troppi!) ricominciano siparietti di gran varietà, che il Bagaglino a confronto sembrava Broadway.
Arriva Letitia Casta, ex Accorsi, nelle vesti di una diva del cinema muto. E poi Fazio, con un dolcevita nero, un incrocio tra Eva Kant anoressica con la barba e Steve Jobs. Lui credendosi un cantante della Provenza orientale comincia a sputare e grugnire nel microfono, provando a fare il lascivo e il sexy. La Casta distrugge Modugno e di Meraviglioso c’è solo la sua acconciatura. Di certo un brutto momento di televisione. Fazio deve limitarsi a fare il presentatore, non il cantante né lo showman perché non gli riesce. Per fortuna la Castà un po’ meno casta entra a ritmo della Banana con numerose banane al seguito, e si ravvivono un po’ gli ormoni degli spettatori ormai intorpiditi. Esilarante siparietto.
Arriva un vestito nero da cui spunta la testa di Antonella Ruggiero con i capelli di Carmen Consoli in Elettra. Comincia a gorgheggiare e a fare acuti sparsi ma è un delizioso usignolo, grassoccio ma un usignolo resta. Molto belli anche gli arrangiamenti.
E’ il turno di Raphael Gualazzi che, e nessuno può togliermelo dalla mente, ama farsi grandi bevute: ha proprio la bocca da alcolizzato. Io lo amo già dalla sua prima apparizione all’Ariston: è un figlio di Sanremo e io li amo tutti indistintamente (anche quelli che hanno preso brutte strade come la Tatangelo, di cui tra l’altro hanno riesumato lo spot imbarazzante Coconuda durante le pubblicità): ma se poi mi porti un coro gospel, un pianoforte, uno incappucciato che suona la chitarra elettrica, ecco ti AMO per sempre. Però firmiamo un appello affinché la smetta coi falsetti.
MOMENTO CARRÀ, altro che Castà. Ma che ve lo dico a fare? Smagliante, giovane, bella, bionda, super coordinata! Certo meglio che continua coi playback, ma se canta “Ciao, Muchacho, Ciao!” possiamo perdonarle tutte le stonature e impostare subito questa suoneria per il cellulare. I gay all’ascolto ringraziano.
Però la Carrà rischia di scivolare vorticosamente quando si trasforma in Emma Bonino e invoca il Governo Indiano di rimandarci indietro i due marò(nna mia) e quando si dice contenta che un UOMO come Fazio fosse alla guida del Festival, perché una donna non sarebbe riuscita a tener testa ai due aspiranti suicidi.
Se non fosse ancora chiaro: solo PIPPO avrebbe potuto fare qualcosa, PIPPO che non è né uomo, né donna, ma un angelo con la tinta (anzi ora non più).
Cristiano De André: mah, non è che mi abbia fatto impazzire! Sarà pure figlio di suo padre, ma è la prova di quanto i figli d’arte falliscano miseramente nelle loro carriere.
I Perturbazione li seguo da anni e sono veramente bravi, emozionanti e sovrani dei testi. Le loro canzoni però stavolta non mi hanno entusiasmato, un po’ uguali alle vecchie, ma mi riservo il diritto di altri ascolti. Sono contento che siano arrivati fino al palco dell’Ariston, anche se il frontman dovrebbe stare un po’ più fermo mentre canta.
Poi arriva Cat Stevens, che tutti ieri sera hanno finto di adorare! Io lo conosco solo per Father&Son, ma mi sono goduto l’elegante e fine performance del cantautore.
La gara si conclude con la mia omonima cassiera Giusy Ferreri, look nuovo, lesbo-taglio nuovo, voce nuova. Mi è piaciuta la canzone che è passata, ma tanta tristezza nell’aria.
Diciamoci la verità: non è stata una puntata esplosiva, e gli ascolti di oggi lo dimostrano. I due conduttori non mi hanno convinto al 100%, e sto meccanismo delle doppie canzoni mi sta francamente antipatico. Speriamo che stasera la situazione si risollevi, anche se, evidentemente, siamo lontani dal degrado del biennio morandiano.
Se te la senti vai alla Seconda serata: Dadaùmpa, defibrillatori e selfies
5 commenti
Non ho visto tutto il festival ma giuro che leggendo questo tuo racconto mi sono divertita 1000 volte più di quanto ho fatto in 5 minuti di sintonizzazione al canale! … Il top? La descrizione di Baudo: "non è né uomo, né donna, ma un angelo con la tinta" … cos'altro vuoi che aggiunga?! Non vedo l'ora di leggerti domani.
Pippo! Solo Pippo poteva salvare la situazione! Concordo su tutto… il miglior momento: quello Carrà! Altro che Lady Gaga, scusate!
Le canzoni non mi sono piaciute particolarmente tranne Gualazzi con Rey Misteryo e i Perturbazione, che non conoscevo.
All'inizio avevo preso Ligabue per Salemme. Salemme! Ci rendiamo conto?
Certa gente non dovrebbe mai dire addio alla tinta! (ma poi secondo voi ha fatto qualcosa alla faccia? Sono quasi sicura che De Andrè figlio si sia rifatto i denti).
Ahimè. Lo chiamo SanRemo, però tuttoattaccato! Adoro!
A stasera!
Troppo gentili, troppo gentili!
(meno male che De André figlio, altrimenti ci sarebbe stato un problema! :-))
W le tinte e le poppe della Pippa!
Per ovvi motivi non ho potuto guardareil festival nè ieri nè oggi ma io ero strasicura che avrei trovato le risposte che cercavo e la visione che volevo solo e solo qui! Io ti amo. E questo. Ciá By m. Ayale
Mia piccola e fedele Marta!