E anche quest’anno ci siamo. Dopo le mie super critiche del 2012, 2013 e 2014, per il quarto anno di fila mi accosto al festivàl (con l’accento sulla à, che fa tanto retrò) come si fa davanti al mausoleo di un santo.
Ma purtroppo quest’anno dobbiamo fare i Conti con Carlo, il presentatore più monocorde della televisione italiana. Presenta tutto allo stesso modo, da quando faceva Attenti al lupo! alla fine degli anni ’90 su Rai Uno. Tutto è controllato, tutto è studiato, tutto programmato in ogni minimo movimento. Non c’è un guizzo di sentimento, non c’è emozione. Conti è un venditore di programmi tv e si è trovato a fare 5 puntate extra di Tale e quale, solo con un budget decisamente più alto. Certo se fosse uscito Scanu vestito da Anna Oxa ci saremmo divertiti tutti di più.
Le vallette relegate a tale ruolo come non si vedeva dai tempi di Baudo: Emma Brown imbarazzata e imbalsamata come un salame salentino, Arisa con quel rossetto infuocato che di certo non rendeva giustizia ai movimenti spasmodici della sua bocca, e quell’altra spagnola che a un certo punto ha cominciato a parlare di gamberetti, senza necessità apparente. L’unico momento in cui le due cantanti si sono fatte onore è stato il duetto sulle note del Carrozzone di Zero. Certo cinque minuti su quattro ore non è proprio un bel record, ma vabbé.
Nel carrozzone di Conti tutto è ben confezionato. Si torna alla classicità della tradizione sanremese: tornano i bouquet di fiori alle donne, le scale, l’inutilità delle vallette e un ritmo serrato che non lascia il tempo agli intoppi. Nessuno si butta dal loggione, nessuno ci fa lezioni di vita, nessuno si prende la briga di farci riflettere. Sotto il segno della DC, tornata di recente in auge in Italia, ci viene fatta santificare una famiglia con una marea di marmocchi che mi hanno portato a credere che la signora Anania in realtà avesse la gestazione di un coniglio. Papa Bergoglio sarà contento di essere stato frainteso appieno quando parlava di paternità responsabile!
Poi è il turno del filosofo Siani che nel 2015 fa ancora battute sulla Salerno-Reggio Calabria, su cui ormai non scherza più nemmeno gente come Zalone. E poi a caso altri pseudo comici partoriti da mamma Rai (non dalla signora Anania, fortunatamente) che avrebbero fatto meglio a prenderne uno solo ma buono. Sempre sotto il segno dei buoni sentimenti, l’intervista frettolosa al medico scampato all’ebola, ma non alla noia del festivàl. Ma due divanetti non siete proprio riusciti a comprarli? Che sono ste interviste in piedi? Se volete passo io all’Ikea e ve li porto!
Poi è il turno del filosofo Siani che nel 2015 fa ancora battute sulla Salerno-Reggio Calabria, su cui ormai non scherza più nemmeno gente come Zalone. E poi a caso altri pseudo comici partoriti da mamma Rai (non dalla signora Anania, fortunatamente) che avrebbero fatto meglio a prenderne uno solo ma buono. Sempre sotto il segno dei buoni sentimenti, l’intervista frettolosa al medico scampato all’ebola, ma non alla noia del festivàl. Ma due divanetti non siete proprio riusciti a comprarli? Che sono ste interviste in piedi? Se volete passo io all’Ikea e ve li porto!
E finalmente sotto il segno dell’innovazione la bella réunion post bolscevica (eh sì, perché tanto che sono attaccati all’Italia che si sono andati a riunire in Russia) fra Albano e Romina. Un bel duetto a suon di autotune, panini (specie Romina) e bicchieri di vino (specie Albano) dei loro più grandi successi, che nemmeno loro sapevano di aver fatto. Giuro che però uno di questi poncho a Romina lo ruberei volentieri. L’imbarazzo più alto della loro performance, ma anche dell’intera serata, credo possa racchiudersi nel finto bacio guancia-guancia che si sono dati i neo-riuniti. Quasi con schifo reciproco. Ah, la felicità!
Concludo con una sola frase su Tiziano Ferro: ma siete davvero sordi o scemi?
Ah già, le canzoni.
CHIARA: lo sai che mi piaci, però te lo devo dire: sta canzone è un taglia e cuci delle tue precedenti! Che hai fatto dall’ultimo festivàl fino a ieri oltre alle pubblicità dei telefoni?
GRIGNANI: ma davvero ancora Grignani? Ma quello che picchia gente e cose?
ALEX BRITTI: perché non hai mai voluto prendere esempio da Santana e limitarti solo a suonare?
MALIKA AYANE: non ne sbaglia una! Speriamo che quest’anno sia la volta buona per lei (ma uno può avere l’apparecchio in età adulta?)
DEAR JACK: e io che pensavo fosse uno solo!?
LARA FABIAN: bisognava andarci un po’ più adagio con questa candidatura!
NEK: vi dirò, pezzo dozzinale, ma il ritmo non mi è dispiaciuto. Almeno non ci parla di quanto sia bello non abortire, su!
GRAZIA DI MICHELE e MAURO CORUZZI: l’insegnante di Amici vestita come una maîtresse d’alto lignaggio sussurra, perché voce non ne ha mai avuto, una poesia all’amico/a Mauro/Platinette. Devo dire che mi hanno positivamente sorpreso.
ANNALISA: c’era qualcosa che non mi tornava in questa canzone, poi ho capito. Il problema si chiama Kekko!
NESLI: No, il muesli non mi è mai piaciuto, preferisco cappuccino e biscotti!
Sì lo so gli altri anni ho scritto post più divertenti, ma il festivàl era o talmente brutto o talmente criticabile che mi dava spazio per ricamarci sopra. Il momento più bello è stato senza dubbio il collegamento con Rocco Tanica dalla sala stampa! La prima serata del 65° Festival della Canzone Italiana è stato talmente sottotono e piatto che non me la sento di scherzarci su. Un compitino ben confezionato, niente di più.
Ho scritto pure #Sanremo2015 – Breve bilancio del festival della rottamazione