“Dei venesiani non ne parliamo! Ghemo fato parfin el Leon de San Marco!”. Qualche anno dopo infatti cerca di far presa sull’identità veneziana, portando in piazza il celebre Leone di San Marco, simbolo della città da 600 anni. Lei faceva il libro e una sua amica il leone. In alcuni punti strategici si fermavano e il leone metteva la zampa sul volume. “Ci crede che i veneziani non l’hanno riconosciuto e gli stranieri sì?”. Ma lei non si arrende. L’anno dopo ci riprova con San Giorgio e il drago di Paolo Uccello, poi con La Dama e l’Unicorno, arazzo fiammingo, ma la situazione non cambia. Allora tenta con un particolare de Il ratto d’Europa di Paolo Veronese, dipinto custodito al Palazzo Ducale di Venezia. Ne riproduce magistralmente la scena in cui Giove, trasformatosi in toro, rapisce sulla groppa la bella Europa: il massimo che ottiene è essere scambiata per La Bella e la Bestia.
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