Un’estate senza un perchè quella che sta trascorrendo, senza una vera ragione d’essere. Quando stai per chiudere i libri dopo l’ultimo esame a fine luglio sembrano spalancarsi porte infinite all’esperienza umana; sembra che un estate senza precedenti stia per affacciarsi alla tua finestra. Poi irrimediabilmente come ogni anno tutte le aspettative s infrangono, tutte le speranze si disintegrano come cocci di un vaso. La vita scorre piatta tra un pregiudizio di paese e una critica non costruttiva. Ed allora paradossalmente non vedi l’ora che agosto finisca, che tornino le foglie di settembre con il loro accartocciarsi lento. Gli amici sono una prerogativa che non è più indispensabile, i gruppi si sciolgono, non c’è più stabilità nemmeno in un saluto. A parte la famiglia e qualche parente qui non hai più davvero nulla da fare. Non ti riconosci più nei meccanismi ripetitivi e contorti di un paese fermo e dalla mentalità stantia, come pane raffermo. E’ tempo di partire.

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