Non c’è niente da fare, affascinano. Tutto ciò che è impercettibile, incomprensibile e inavvicinabile affascina. La sigaretta si consuma, il fumo sale roteando elegantemente, e tu te ne stai li, buono buono, senza pretese, senza pensieri quasi. Te ne stai solo li fermo guardando il cielo stellato, senza chiedere niente a nessuno, in uno di quei momenti in cui stai bene con te stesso in silenzio, senza dirti niente, senza volerti ascoltare. E continui a seguire i cerchi grigi di fumo salire in silenzio. Improvvisamente, un bagliore che vedi con la coda dell’occhio. Non ci sono dubbi è una stella cadente, così, senza preavviso, nel cielo di settembre (vabbè ti aspettavi pure che ti faceva uno squillo prima per avvisare?!? idiota!). E allora ti stupisci e come un bambino vorresti gridare: “Eccola!” – ma poi azzardi, “E vabbè lo esprimo che mi costa!”. Torni nei tuoi non pensieri e alla tua sigaretta. Il fumo sale e i tuoi occhi sono fissi in alto. Meravigliosamente ne vedi un’altra, una scia potentissima, luminosa, regale! E allora fai lo sborone e dici riesprimo lo stesso desiderio e se ne vedo un’altra si realizzerà di certo. E stai li, col freddo della notte sul viso. Attendi. Aspiri. Butti il mozzicone, e scruti attentamente. Ora è una questione di principio. Poi ti rendi conto della cazzata che stai facendo e del freddo che stai prendendo. Entri sbatti le persiane e ti metti a letto. “E se ora non si realizzasse per colpa mia?” – “E se nel momento in cui le ho voltato le spalle fosse caduta?” – “E se la smettessi di essere cosi maledettamente romantico e ingenuo?”

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