Dopo la fortunosa eliminazione (almeno per ora) della ex ragazza di periferia, ora donna (Tatangelo) e dall’albanese dai pensieri confusi (Oxa), ci si prospetta una seconda serata tutta all’insegna della buona musica italiana! Si, certo, se ne eliminassero altri sette o otto di loro!
Contro la mia profezia, gli ascolti hanno superato quelli della prima serata di Antonellinazionale. Merito di Gianni, delle canzoni, delle (show)girls? Vabbè la curiosità degli italiani li ha spinti a schiacciare quel pulsante e a rimanere incollati davanti allo schermo per tutta la serata. Magari dormendo, però sintonizzati.
Polemiche a parte: lo show ha inizio con una meravigliosa trasposizione del lungometraggio animato Disney “Fantasia”, con il direttore d’orchestra (ma i suoi denti?) nelle vesti dell’apprendista stregone, impegnato a guidare musiche, luci e ballerini.
Pater Gianni entra in scena in una sfera, meglio una palla (iconizzazione del suo Festival?). Degna di merito e meraviglia è la scenografia dell’ormai inarrivabile Castelli.
Entrano prima le veline, ops vallette, ops co-conduttrici, smaglianti e tirate a lucido come non mai. Se non fanno questo! I ragazzi arrivano più tardi stasera, ma forse non è un male. Le Iene si cimentano in un medley delle canzoni di Morandi, che risulta gradevole.
La conduzione comunque è più rilassata rispetto a ieri, tutti sembrano un filino più capaci, del resto sono una squadra. Leitmotiv martellanti sono: “restiamo uniti”, utilizzato anche come segnale alla regia per mandare la pubblicità; “aspettiamo il suono”, “la giuria ha votato”.
Il tenore musicale resta ovviamente sempre quello della sera precedente.
Il riascolto però ha favorito una ulteriore presa di coscienza: la canzone di Patty (chiamata “Bravo” da Paolo, o Luca, quello più alto insomma!) non è malvagia ma lei non si affronta, stonata dall’inizio alla fine, nostante lo charme indiscutibile; quella di Nathalie, nonostante un testo un pò contorto, si riconferma originale e delicata; Madonia/Battiato ci piacciono, e la canzone pure; Van de Sfroos sembra sempre più uguale ai Modena City Remblers; Pezzali non sa vestirsi; Al Bano secondo me cade un po’ nel ridicolo; Tricarico non sa cantare; standing ovation per Vecchioni, non troppo meritata, visto che il testo, nonostante abbia un vissuto e un messaggio importante, è espresso in maniera a dir poco banale; Emma e i Modà sembrano accoppiarsi sul palco; Barbarossa e la moglie (stonata) di Alonso = NC; dei La Crus mi ammalia il ritornello, e riconfermo l’aura retrò; la Ferreri ogni tanto non ci arriva.
In mezzo a questa turba di menestrelli arriva il grande Andy Garcia, il motivo della cui presenza appare ancora oscuro ai più (l’anno scorso a quell’ora c’era Rania di Giordania e la Clerici le chiedeva la ricetta dei biscotti, trash puro!). Dopo un’intervista inutile, si cimenta al piano in una ballata dai ritmi cubani (sua terra d’origine, richiedendone la libertà!). Parte quello che dovrebbe essere un duetto, ma l’attacco di Gianni è a dir poco imbarazzante: sbaglia tutto il testo spagnolo producendo un cacofonico ed esilarante scioglilingua. E tra un “bombo” ripetuto ad libitum, una sculettata di Belen si conclude il più bel momento della serata.
Mentre la Canalis ostenta un inglese stentato (da notare l’alliterazione!), il siparietto Luca&Paolo si rivela dei più imbarazzanti mai visti. Fanno finta (sicuro?) di prendere in giro i buoni di turno Saviano, Santoro ed anche Fini, Cordero di Montezemolo e il Papa, mentre sullo sfondo campeggia lo spettro del Berlusca. Evitabile e servile scenetta. La Rogriguez canta “Malo”, tutto a base di ritmi latini quest anno!
Non mi dilungo sull’altra star (?) internazionale, Eliza Doolittle perchè non c’è niente da dire.
Gaepanzattack: 61° Festival della canzone italiana – Seconda serata
Mentre si conteggiano i voti dei “big” è la volta dei giovani. Come prassi sanremese vuole, gli ultimi 50 minuti sono tutti tutti per loro. Quando ormai i più dormono, davanti allo schermo.
Tutti giovani ma non per questo poco famosi e soprattutto dai pezzi non per nulla inediti: ma dov’è finita la regola per cui vigeva il silenzio assoluto sui pezzi prima del dubutto sul palco dell’Ariston?
Serena Abrami: marchigiana, ex concorrente di XFactor, bella ed elegante. Sonorità fini e timbro delicato per un testo scritto da Niccolo Fabi, “Lontano da tutto”. Niente male, anche se io sono di parte visto che sono un suo fan della prima ora. Ho bisogno di altri ascolti però. Sta di fatto che con “pacchetto” così ben confezionato non poteva non passare il turno.
L’altro ammesso alla fase successiva è Raphael Gualazzi, anche lui marchigiano. Ha raggiunto una certa notorietà a suon di jazz, con i suoi ritmi originalissimi e una bravura al piano da far invidia ai pianisti dell’orchestra e che ha stregato Caterina Caselli che lo produce. “Follia d’amore” è il suo brano, da lui composto e scritto, che gli permette di raggiungere la corregionale. Gli altri due contendenti sono Gabriella Ferrone, abbastanza anonima e con un pezzo inutilino e Anansi, giovanotto tutto rasta che ha portato per la prima volta all’Ariston i ritmi reggae, ma che non coinvolge la giuria demoscopichina (ina, ina).
Non è il caso di spendere troppe parole sul siparietto di Paolo e Luca, che hanno emulato (malino) un duetto di Ric e Gian, visto che lo stesso direttore artistico sbadigliava durante. E visto che siamo di Hot, e visto che siamo ormai in terza serata, via ai culi e alle tette con la Pole dance (alla faccia della manifestazione di domenica scorsa sulle donne-merce!). Almeno non erano anoressiche. E nessuno sbadigliava, specie la giuria in piccionaia. Altro che le canzoni: Chiù pilu ppè tutti!(cit.).
L’unica bella notizia è che per Al Bano e la Patty Sanremo, per ora, finisce. (Al Bano è liberooooooooo!)
E tra una lettura attenta del gobbo (guai a improvvisare, si rischierebbe di sembrare troppo professionali!) e una spintarella tra le girls, la nostra squadra di presentatori ci augura la buona notte.