E che dire signori, ormai siamo nel vivo della gara! Ormai siamo tutti una squadra, una famiglia! Si riesce a passare sopra a tutti gli incovenienti, a tutta la cattiva organizzazione, a tutti gli strafalcioni e le gaffes. Vorrei già vivere con loro, con tutti e 5. Non c’è una canzone che venga presentata senza intoppo o errori. Sono lontane ormai le presentazioni integerrime del Pippo nazionale.
La serata si apre a suon di valzer tra la Canalis e la Rodriguez (che per l’occasione si è trasformata in una Barbie) e tra tutta la gente fuori dall’Ariston. Microfoni sempre accesi, anche dietro le quinte, in questa semifinale dove trionfano i duetti. In assoluto è la serata del Festival (in generale) che preferisco!
Dopo i convenevoli e le belle parole, parte la gara.
I primi a salire sul palco sono Barbarossa e Alonsa, che nonostante un semi-godibile siparietto con Marcorè (spero lo abbiano pagato, e tanto, per convincerlo a “duettare” con i peggiori in assoluto), non ci regalano un bel momento. La canzone è quella che è (su su su nel cielo, giù giù giù nel mare!……..ma come si fa????????).
Poi i La Crus, la cui “Io confesso” io ormai amo, insieme ad una biancheggiante Nina Zilli, quella di 50.000 lacrime. Bel duetto, bravi!
La ripescata Anna D’Alessio ci fracassa i co…., timpani insieme ad un’ altra esaurita, la polimorfa Loredana Errore (strano matrimonio XFactor/Amici). Scelta bastarda.
Lillo e Greg ci deliziano invece con un esilarante performance insieme al Pezzalotto, che per l’occasione indossa uno smoking (l’avranno eliminato per questo?). Trasformano “il primo tempo della canzone” in un trascinante swing, per poi ritornare alla cruda realtà nel “secondo tempo” 883iano.
Tricarico per la sua filastrocca si avvale di un coro di fanciulli, ch di certo sanno cantare meglio di lui.
E’ l’ora degli ospiti internazionali.
Fa il suo ingresso una prorompente ma quanto mai svogliata Monica Bellucci, che risponde alle non-intelligenti domande di Pater Gianni; il quale in preda a un sovraccarico di testosterone cerca di abbracciarla e palparla, e afferma sicuro: “Ti farei di tutto!”.
Con Monicona international adagiata sulle poltrone arriva anche un oramai vecchio e stanco De Niro. Anche lui appare svogliato e messo li per caso. Risponde pigramente alle domande sempre più stupide di Gianni, che stasera è veramente sovraeccitato (visti gli ascolti di ieri forse), e al quale quindi si può perdonare di tutto stasera. Ti verrebbe voglia di abbracciarlo e baciarlo, tanto è sorridente e allegro.
Pubblicizzano così il film che vede come attori entrambe le star, Manuale d’amore 3 (Giovanni Veronesi), nelle sale a breve. Continuano i doppi sensi del pappone Gianni, che chiede a Monica le caratteristiche che l’affascinano in un uomo: alla risposta “lo sguardo”, l’eterno giovinotto dice “Se è solo per lo sguardo allora possiamo fare qualcosa!”. Tra le risate generali, l’ilarità e lo sdegno delle due star finisce questa indegna ma amabile intervista.
Riprende la gara con una sempre più sexy Giusy Cassiera accompagnata da Francesco Sarcina delle Vibrazioni (presentato dalla Canalis come Sarcìna, subito corretta dalla made in Italy, Belen! Che schiaffo morale!). Bel duetto, voci decise, canzone sempre più coinvolgente.
E’ la volta del trio siciliano Madonia/Battiato/Carmen Consoli. Lei, oltre alla stucchevole chitarra rosa, delude le mie aspettative e non da molto di più all’esibizione. Battiato, come al solito entra da star, prima del bridge, con le sue inseparabili cuffie e bofonchia qualcosa. La voce ormai trema, ma resta sempre affascinante. La canzone è bellina.
Tra un cambio di scena e l’altro, i tecnici attraversano il palco non curanti delle telecamere, ma ormai noi amanti del 61° Festival passiamo sopra a tutto. Ci piace così, informale e disorganizzato. Uno spattacolino di fine anno scolastico.
Arriva il duetto più bello della serata: Nathalie con L’Aura, che con la sua voce delicata e fine, contribuisce a un’esibizione da brivido. Brave davvero.
Torna de Niro, più scocciato che mai, forse perchè sa che lo aspetta l’intervista in inglese maccheronico della Canalis. Si parla del più e del meno, all’insegna della nazionalpopolarità (cognome originario Di Niro, cambiato poi allo sbarco in America dei suoi padri in De Niro [e al popolo?]; il film a cui è più legato; il sangue europeo che scorre nelle sue vene; e stronzate varie). Mitico Gianni quando chiede come si dice in inglese “Taxi driver”? Lo amo!
Nella presentazione del prof. Vecchioni accompagnato dalla PFM, Luca e Paolo ne approfittano per fare gli auguri al loro concittadino De Andrè (che avrebbe compiuto 71 anni), e noi ci associamo. Ci regalano un’altra bella esibizione: tutta un’altra musicalità, più colorata a ritmata quella della PFM, che mi permette anche di apprezzare un po’ di più il testo (che di fondo per me resta banalotto).
Il gruppo più chiacchierato dell’anno sbarca a Sanremo: i Take That al gran completo, con uno strafattissimo Robbie Williams (tra l’altro pare che, nel pomeriggio, Pater Gianni li abbia cazziati perchè arrivati alle prove con 20 minuti di ritardo). Discreta esibizione, Robbie sfiatato, Gary con un gozzo da fare invidia a Gualazzi e gli altri a fare finta di cantare. Però sono sempre loro!
Un’altra bella esibizione ce la regalano il dialettofono Van de Sfroos con quella simpaticona di Irene Fornaciari (vestita dalla signorina delle banane Ciquita!). Ritmi più messicani/cubani che mi fanno apprezzare maggiormente la canzone. Stasera sono buono.
Anche Luca e Paolo sembrano quasi dei comici stasera: si cimentano in una parodia di “Uno su mille ce la fa” del loro datore di lavoro, sfottendo ed esortando l’opposizione a trovare presto un leader valido, prima che Berlusconi prenda la guida anche del PD, professandosi comunista. Temerarità a gogò.
Placido, anche lui per forza di cose starpagato, per cantare con Al Bano, meglio recitare. Amanda non ce la fa più, e nemmeno noi.
Ultimi i Modà con Emma accompagnati dalla splendida voce di Renga (colgo l’occasione per fare un appello: chi lo dice a Renga che non può scriversi le canzoni da solo, e che la sua voce è sprecata per quei testi così insulsi?). Comunque bellissima esibizione, note alte come se piovesse!
Esibitisi tutti i Big è la volta dei giovani: Micaela per prima (l’attacco della sua canzone è uguale a “Io non credo nei miracoli” della Bono, ma comunque ha una bella voce che per l’emozione non controlla e più volte si presenta tremula e incerta); poi Raphael Gualazzi, l’uomo gozzo, meraviglioso, candidato alla vittoria (voce non potente ma usata con grande maestria, graffiato quando serve e falsetto finale infinito); sale sul palco Roberto Amdè(us) su cui non devo dir nulla di nulla e infine la mia beniamina Serena Abrami, che si riconferma brava, delicata ed elegante, e con un testo degno della sua voce.
Le Iene ridestatesi dal torpore delle prime due puntate ci regalano un altro siparietto: davanti a una bottiglia di vino giocano a scacchi e discutono sulle vicende del premier, incarnando il sentire comune del tipico italiano, truffaldino e imbroglione, che giustifica tutte le magagne dei potenti (così si sente autorizzato a farle anche lui!). Bravi, niente da criticare (al massimo i capelli di Paolo).
E dopo che la Canalis ci ha deliziato con la sua sterminata conoscenza linguistica (di domande preparate), la Rodriguez ci incanta con Perfidia accompagnata da ballerini (sempre mille Amici, Valerio Pino in primis [i tentacoli di Maria!!!]) di ogni sorta e non cavandosela nemmeno male nel canto (certo meglio di Patty Pravo).
La serata termina con la premiazione di Rapahel Gualazzi che si accaparra con “Follia d’amore” il primo premio della categoria giovani e il premio della critica Mia Martini. Meritassimo! Mi dispiace solo che l’Abrami sia arrivata quarta. E vabbè.
Dei big lasciano la gara Max Pezzali e Tricarico, smoking e bambini non hanno impietosito il pubblico e la giuria tecnica, il cui giudizio ha avuto valore predominante stasera.
La famiglia/squadra disorganizzata (delle cui gaffes Striscia e Paperissima camperanno a vita!) ci augura buona notte e ci da appuntamento a domani mentre Morandi fa una capatina nel rigoglioso seno di Belen, in un goffo abbraccio. Stiamo uniti, pubblicità.
1 commento
Gaepanz..anche stavolta sei riuscito a strapparmi le parole di bocca, la parte di "Taxi Driver" mi ha fatto morire..ma è esattamente come scrivi nel testo, questo sanremo ci piace cosi, informale e disorganizzato 🙂 !!
Non sono d'accordo su due momenti, il duetto con Loredana Errore, che secondo me ha dato un valore aggiunto al pezzo, forse attorno a lei c'è ancora qualche pregiudizio defilippiano (concedimi questo prestito linguistico, inventato)xk è stata intonata e personale!! Gran voce, il pezzo era anche piu credibile sebbene non sia il mio preferito!!
Punto "2" sono veramente dispiaciuta per la premiazione del vincitore sanremo giovani. Voglio dire, tanto di cappello per le sonorità originali e per il gusto artisico e musicale!! Penso che il Gualazzi abbia messo in luce il suo talento come musicista, ma non come cantante. Togli il falsetto, fatto anche male il resto è tutto di note stonate!! Credo che sanremo sia l'elogio del Bel Canto, e sono sicura che con il Gualazzi abbia fatto la differenza il voto delle radio e della critica, sempre troppo ancorati ad una musica sofisticata e di maniera!!
Non mi resta che confidare nei VIP e incrocio le dita per i La Crus e per Nathalie….
Xk Sanremo è Sanremo!!