Titolo banale, post banale! Con qualche anno di ritardo finalmente mi sono deciso a vedere questo film. Ho trovato la serata mediamente depressa, il raffreddorino impertinente che mi ottura le vie respiratorie e 2 ore e passa di tempo a disposizione. Gli elementi c’erano tutti.
Non starò qui a raccontarvi la trama del film, molti di voi la conosceranno già. Una melodia assolutamente agrodolce, ma incantevole fa da colonna sonora a questo lunghissimo-metraggio. Paesaggi da favola, situazioni estreme, bellezza delle persone e degli incontri.
Bisogna essere completamente pazzi per scappare da questa società malata, senza remore, senza indugi, senza ripensamenti. Bisogna essere anche egoisti certo, per ricercare la propria compiutezza, il proprio senso nel mondo. Per cercarlo, bisogna scappare da tutto ciò che ci distrae in questa nostra ricerca, i grattacieli, gli orologi, i soldi, la cattiveria, i treni.
Ok, rischioso, coraggioso, ma comodo in fondo, no?
Alla fine della sua vita, morto di stenti, di fame, di freddo, intossicato, Chris/Alex trova il suo senso, la sua essenza, meglio, il suo essere-nel-mondo. Quando lo capisce però muore. Allora che senso hanno avuto questi suoi due anni di disperata e affannata ricerca? A cosa sono serviti tutti quegli sforzi e sacrifici?
Infatti tutto questo per me è poco sensato, anche se ammetto che passare del tempo fuori da questa fottuta stereotipata abitudinaria corrotta e malata società, sia una boccata d’ossigeno rivitalizzante.
Il contatto diretto con la natura, con la terra che ci ha generato, ha da sempre un sapore di rito; una forza travolgente, ancestrale, che ci ricollega a millenni di storia in un battito di ciglia. Quella vitalità proveniente da ogni muschio, da ogni corteccia, da ogni fruscio, odore, passo, scricchiolio, colore s’impossessa del nostro corpo come un orgasmo incandescente. Ma non basta.
Anche lui se ne è accorto: tutte le persone incontrate lungo il cammino, gli sguardi incrociati, i sorrisi scambiati, sono quelle le cose che ti permettono di comprendere a fondo il tuo posto nel mondo. L’andamento ciclico del cosmo assume senso solo grazie al fatto che ci troviamo a contatto con altre persone: tutto quello che noi possiamo dare a loro e loro a noi, beh questo è il senso, questa è la felicità. Ed infatti tra i frammenti dei suoi pensieri trovati vicino al suo corpo esanime, Chris/Alex scriveva: “La felicità è autentica solo se condivisa”, e credo che volesse dire proprio questo. Possiamo vivere le vite di ogni giorno into the wild, basta volerlo.
Non starò qui a raccontarvi la trama del film, molti di voi la conosceranno già. Una melodia assolutamente agrodolce, ma incantevole fa da colonna sonora a questo lunghissimo-metraggio. Paesaggi da favola, situazioni estreme, bellezza delle persone e degli incontri.
Bisogna essere completamente pazzi per scappare da questa società malata, senza remore, senza indugi, senza ripensamenti. Bisogna essere anche egoisti certo, per ricercare la propria compiutezza, il proprio senso nel mondo. Per cercarlo, bisogna scappare da tutto ciò che ci distrae in questa nostra ricerca, i grattacieli, gli orologi, i soldi, la cattiveria, i treni.
Ok, rischioso, coraggioso, ma comodo in fondo, no?
Alla fine della sua vita, morto di stenti, di fame, di freddo, intossicato, Chris/Alex trova il suo senso, la sua essenza, meglio, il suo essere-nel-mondo. Quando lo capisce però muore. Allora che senso hanno avuto questi suoi due anni di disperata e affannata ricerca? A cosa sono serviti tutti quegli sforzi e sacrifici?
Infatti tutto questo per me è poco sensato, anche se ammetto che passare del tempo fuori da questa fottuta stereotipata abitudinaria corrotta e malata società, sia una boccata d’ossigeno rivitalizzante.
Il contatto diretto con la natura, con la terra che ci ha generato, ha da sempre un sapore di rito; una forza travolgente, ancestrale, che ci ricollega a millenni di storia in un battito di ciglia. Quella vitalità proveniente da ogni muschio, da ogni corteccia, da ogni fruscio, odore, passo, scricchiolio, colore s’impossessa del nostro corpo come un orgasmo incandescente. Ma non basta.
Anche lui se ne è accorto: tutte le persone incontrate lungo il cammino, gli sguardi incrociati, i sorrisi scambiati, sono quelle le cose che ti permettono di comprendere a fondo il tuo posto nel mondo. L’andamento ciclico del cosmo assume senso solo grazie al fatto che ci troviamo a contatto con altre persone: tutto quello che noi possiamo dare a loro e loro a noi, beh questo è il senso, questa è la felicità. Ed infatti tra i frammenti dei suoi pensieri trovati vicino al suo corpo esanime, Chris/Alex scriveva: “La felicità è autentica solo se condivisa”, e credo che volesse dire proprio questo. Possiamo vivere le vite di ogni giorno into the wild, basta volerlo.