Perdonatemi ma muoio dalla voglia di esprimere, di certo male, quello che stasera è successo nella sala AcomeA del teatro Parenti di Milano.
Dopo aver letto i suoi libri, visti quasi tutti i suoi film, innamoratomi del suo essere, della sua bravura ed esplosività, finalmente sono andato a vederlo recitare su un palco vero, tra la gente reale, tra gli odori e i suoni vivi.
Filippo Timi è davvero sorprendente. Mi sono ritrovato molte volte con la bocca aperta nel vero senso della parola. Di certo il teatro è il suo habitat privilegiato, dove sa donarsi pienamente al pubblico, investendolo con un uragano di emozioni ed espressioni mozzafiato. Ancora non mi capacito della bravura di un uomo mezzo cieco e mezzo balbuziente. Ovviamente non sono andato a vederlo per questo.
Dopo aver letto il suo primo libro non si può non rimanere collegati, quasi come da un cordone ombelicale, alla sua figura, così dirompente, creativa, dinamica, sfrontata, schietta, vera.
Spettacolo in cui ha interpretato una donna perbene della borghesia americana degli anni 50, Timi era completamente a suo agio nel corpo femminile, agile su dei tacchi vertiginosi (tra l’altro ha delle caviglie da ballerina!:-)); Mrs. Fairytale [“racconto di fate“, dove “fairy” può significare anche “frocio“] donna sposata, apparentemente felice e realizzata, tutta inserita in una morale preconfezionata.
La vicenda si snoderà in maniera tale che la donna darà avvio a una sorta di rivoluzione sessuale, capirà i suoi veri desideri, dopo essersi ritrovata un pene tra le gambe, incinta del marito che non fa che picchiarla e innamorata della sua migliore amica Mrs. Emerald (una brava Lucia Mascino).
Uno snodo non privo di colpi di scena, di punti oscuri e a volte macabri, di sconvolgenti verità riaffiorate dal passato, da appicicosi tabù da infrangere, da passioni da lasciare libere e non reprimere.
Un messaggio chiaro, forte: la certezza che la vera vita felice sia quella in cui le proprie passioni e i propri sentimenti sono vissuti in piena libertà, per confluire poi in un amore autentico e appagante.
Riferimenti all’omossesualità, al transessualismo, alle teorie della psicanalisi, ai film di Hitchcock; momenti esilaranti, comicità pura, umorismo agrodolce, ironia e tanta autoironia; musiche e scenografie tutte americans e anni 50, intermezzi pubblicitari degli anni 60 italiani, spezzoni di Tom & Gerry sullo sfondo, l’alcool, la psicosi per gli UFO, per il diverso. Un mix esplosivo che però non si discosta mai da quella che è infondo una “Favola”, e come tale va vissuta.
Grazie Filo.

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