[continua da qui]
Il lavoro procede tranquillamente nonostante l’ambiente fuori dal comune. I miei “superiori” continuano a meravigliarmi di giorno in giorno: quanta umanità sconosciuta!
Ieri lo sguardo di Tizio è caduto sul seno abbondante di una studentessa che richiedeva i posti, e ci è rimasto per qualche minuto.
Quindi ha pensato bene di dirle “Ehi ma che poppe che hai!“.
E lei, a tono: “Ma dai, grazie!” e chiudendo ambiguamente con un “E’ l’unica cosa che sta su!“.
La ragazza va via sghignazzando e lui, tra l’arrapato e lo svanito, mi dice: “Cazzo queste ragazze cosa mi fanno! Non posso abbassare la guardia che me le trovo addosso!“.
Quindi ha pensato bene di dirle “Ehi ma che poppe che hai!“.
E lei, a tono: “Ma dai, grazie!” e chiudendo ambiguamente con un “E’ l’unica cosa che sta su!“.
La ragazza va via sghignazzando e lui, tra l’arrapato e lo svanito, mi dice: “Cazzo queste ragazze cosa mi fanno! Non posso abbassare la guardia che me le trovo addosso!“.
Non proprio convinto che sarebbe andata a finire così, lo guardo e sorrido. Mai più domande, mi ero ripromesso! Ma ci pensa lui a informarmi spontaneamente della sua promiscua vita sessuale.
“Pensa che una volta [su col naso] quando lavoravo nel centro televisivo dell’università, alle 12 ogni giorno andavo a prendere il pane e poi andavo a casa a mangiare perché abitavo lì vicino. [su col naso] C’era questa fornarina non bella, ma graziosa e avevamo una certa confidenza visto che ci andavo tutti i giorni. Un giorno io commentavo una notizia del giornale e ho fatto una battuta sulle ragazze di oggi che non guardano più gli uomini di una certa età. E lei risponde “Io mi accontento!”. [su col naso] E allora io me la carico in macchina e ce ne andiamo a scopare nel Motel …., quello che c’è sulla via per Treviglio!“.
Io abbastanza scioccato, non so se più per l’immagine della fornarina, per la sua pacatezza nel confessarmi l’infedeltà matrimoniale o per la precisione maniacale con cui m’indicava il Motel, non proferisco parola.
E lui continua nella narrazione:
“Sapeva proprio di farina [su col naso]! Poi quando abbiamo finito, tutti sudati, un caldo della madonna, mi chiede di rifarlo. Io le rispondo: “No devo tornare a casa da mia moglie, se no la pasta s’incolla!“.
Quanta premura coniugale, penso io.
Tizia ascoltava partecipe. Ci guardiamo con aria accondiscendente. Tizio va via, ma per il panificio credo sia ancora presto, sono le 10 e qualcosa. Resto con la rossa per il resto della mattinata. Oggi è più esuberante del solito, e con esuberante avete capito a cosa mi riferisco: “Venerdì ho il saggio di danZa! Balli caraibbici! EH EH EH! Ci divertiamo!“.
Così dicendo va verso una borsa e tira fuori un vestito tutto nero, composto da una magliettina abbastanza scollata e una gonna. A entrambi i capi sono attaccati dei vistosi fiori fucsia, con delle forcine per capelli. Era molto fiera nel mostrarmi la sua opera, gli occhi le brillavano.
Io allora dico “Ma poi ballando i fiori non si staccano? I caraibici sono molto ritmati!“, pregustando i suoi fianchi ondeggianti.
E lei: “E no, mica quanDo mi muovo! E poi guarda quà!” e comincia a scuotere energicamente in aria il vestito, destando l’attenzione degli studenti. I fiori restano saldi e io rimango stupefatto da tanta arte sartoriale. Lo ripone nella borsa e si viene a sedere di nuovo accanto a me.
Io allora dico “Ma poi ballando i fiori non si staccano? I caraibici sono molto ritmati!“, pregustando i suoi fianchi ondeggianti.
E lei: “E no, mica quanDo mi muovo! E poi guarda quà!” e comincia a scuotere energicamente in aria il vestito, destando l’attenzione degli studenti. I fiori restano saldi e io rimango stupefatto da tanta arte sartoriale. Lo ripone nella borsa e si viene a sedere di nuovo accanto a me.
“In galera devono andare, loro e gli ortodossi!” iniziando un discorso di cui non riuscivo a intravedere il nesso coi fiori, “Vorrei leggere un giorno sul giornale: “Ingessati dalla testa ai piedi e con la testa spaccata!”….t’immmagggini!?“
“Sì sarebbe bello!”
“Ah?”
“No dico…. capirei subito chi ne fosse l’autore!”
“Ah?”
“Cioè…se lo meritano sti bastardi!”
“Ecccerto. Parenti serpenti. Mi volevano come lei. Che si dava le materie a furia di prestazioni sessuali….alle 9 di mattina già beveva vino. Io figurati ero astemia…bevevo solo Martini, ogni tando. A volte un po’ di voddika ghiacciata, ma non più di quello. Insomma io l’ho detto a sua madre e ancora ne sto pagando le conseguenze! Mò vedi tu, io dovevo diventare come lei secondo loro….già loro che da piccola li odiavo, manco ci volevo stare in braccio a loro…e si è visto anche dopo….Ho fatto bene o no?”
“Credo di sì!”
“E’ sicuroooo! [risata malefica] Io ancora ne sto pagando le conseguenze…..che ho cinquanDanni e non sono riuscita ad avere figli miei…. e se manco ci riesco, manco lo sanno che sono capace di fare a sti deficIenti!”
“Non ci pensi troppo su!” faccio io sperando di smorzare i toni che si stavano facendo esageratamente accesi.
“E-e ….Se manco ne potrò avere, io gli ammazzo i figli loro! Semplice!”
Gli sviluppi della storia diventavano sempre più foschi e intrecciati. I tasselli stavano diventando sempre più inquietanti.
Comincio ad avere paura.
[continua…]