È strano aver sempre in mente situazioni avvincenti da inserire in un post e non averne mai il tempo o la voglia per farlo. È vedere ragazzi e ragazze terribilmente belli andare in giro, d’inverno, con il freddo porco milanese, col petto in vista, o con le cosce di fuori. È strano sì, perché io mi tolgo un guanto per prendere le chiavi del cancello e mi becco l’influenza, mentre loro possono incedere sbattendoti tutta la loro bellezza e la loro elevata resistenza al freddo e ai virus. 
È strano che abbia finito l’università da quasi 8 mesi e non sia mai stato fermo a casa un solo giorno, in questi tempi di crisi. È strano che ci sia ancora gente che si barrica dietro inutili scuse per il fatto che non riesce a finire in tempo l’università o a trovare un lavoro. È strano che c’è chi pensa che solo un pezzo di carta (o due, tre…) possano darti un’occupazione. È strano che ai colloqui di lavoro ti chiedano di cantare la tua canzone preferita, per poter studiare la tua reazione; lo trovo cattivo (a me ovviamente renderebbero tutto più semplice, ma questa è un’altra storia).
È strano che in Italia ci siano editori che pubblicano libri che non leggono, né leggeranno mai. È strano che in Italia i magistrati facciano politica, i banchieri facciano politica, le soubrette facciano politica, i mafiosi facciano politica, i professori facciano politica, i massoni facciano politica, i cattolici facciano politica, i comici facciano politica. È strano che l’Italia non si riesca ancora a conformarsi agli standard civili e sociali di altri paesi democratici.
È strano che la vita sia un caso, che l’amore sia un caso, la felicità sia un caso, e che vita amore e felicità siano destinate a finire. È strano che ci sia gente che ha come unico scopo delle proprie uscite il postarne le foto su Fb o Twitter. È strano che ci sia chi scopa ogni giorno con una persona diversa ma intanto cerca l’amore, e chi lo ha trovato ma scopa per routine. 
È strano che non abbia niente da dire in questo post, ma forse neanche tanto.

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