Vassoi e piatti ricolmi di ogni squisitezza traboccavano da ogni tavolino o punto d’appoggio ci fosse in casa. Noi arrivammo intorno alle otto di sera e c’era gente che già aveva svuotato numerosi calici di vino. Veniamo assaliti da un arredamento barocco e pomposo, da statue del santo e divinità pagane nude o seminude, da vasi ricolmi di fiori finti di ogni qualità, dalle peonie alla rose, fino alle varietà più tropicali. Volte dipinte e pareti rivestite di carta da parati con motivi astratti facevano presagire poco gusto. O infima conoscenza da parte mia.
Immagine a scopo puramente illustrativo |
Già il corridoio era popolato da individui della Milano che conta (i soldi), in piedi o appoggiati ai muri. Nel salottino di fronte a noi tanti volti anziani discutevano composti nelle loro poltroncine Luigi quindici, gesticolando coi calici in mano. Attraversiamo il corridoio per riporre i soprabiti nella stanza in fondo al corridoio, che fungeva da laboratorio del padrone di casa, facendoci spazio tra i presenti.
Il rubicondo orafo ci accoglie dandoci il benvenuto dalla cucina, mentre dispone delle tartine di salmone in gelatina su un vassoio. La sua assistente versava in giro del vino. “Benarrivati – fa il nostro ospite – gradite subito un Gianscionsignòn del 72 come benvenuto?”. Non avendo minimamente idea di cosa mi stessero offrendo, accetto per educazione. Brindiamo e si dirige in salotto dagli altri ospitati, scusandosi per non poterci intrattenere a lungo.
[Continua Gaepanz in un salotto aristocratico (scritto nella lingua di Balzac) #2]
5 commenti
Non puoi fare così. Gaepanz tu non puoi farlo! Devi assolutamente continuare e non lasciare a metà. . Che io adesso fintanto che non arrivo aa casa in questo pullman che faccio?
Concordo, vogliamo sapere subito tutti gli intrighi barocchi della Milano bene!
Suvvia Signore, un po' di classe!
Oh gentil Gaetano, deve andar avanti con codesta simpatica narrazione, la preghiamo!
Arriverà sì tosto!