È uscito il 24 aprile Loro 1, il primo tempo dell’ultimo lavoro del premio Oscar Paolo Sorrentino liberamente ispirato alla vita di Silvio Berlusconi. Tra assenza e presenza, l’ex Cav è una godibilissima maschera dell’arte che non fa paura
Per tutta la prima ora della prima parte del film di Sorrentino sull’ex Cavaliere, il signor B. è sempre presente ma non si vede. C’è nella indecifrabile guerra pronominale tra Loro, noi e Lui, c’è con le sue televisioni e i suoi programmi, c’è con le sue ville sfarzose, c’è con i suoi ex ministri che emulano le sue gesta ma allo stesso tempo pensano di scalzarlo e c’è nei sogni di riscatto di chi desidera arrivare a toccarlo per trasformarsi in oro. Come Sergio Morra (Riccardo Scamarcio), che vuole evadere dalla claustrofobica Taranto con il suo esercito di donne seminude disposte a tutto pur di lavorare al Bagaglino. «È dura la vita per chi non sa fare un cazzo» vaticina la Sibilla Kyra (Kasia Smutniak), l’Ape Regina che seleziona e istruisce le escort da offrire a Lui su un piatto d’argento.
Ma il signor B. ancora non si vede, seppur nell’assenza la sua presenza è tangibile. Finché la compagnia guidata dall’imprenditore pugliese non sbarca in Sardegna, nella villa che quest’ultimo ha comprato proprio difronte a quella di Lui, e dà il via a scatenati Baccanali in cui donne (e qualche uomo) ballano in costume da bagno sotto una pioggia di metanfetamine variopinte, per poi accasciarsi al suolo trasformandosi in una tela di Delacroix rivisitata da David LaChapelle (e qui l’estetica sorrentiniana è talmente potente da sublimare le miserie umane). La musica risuona nell’aria e, insieme all’odore della lussuria, giunge a Lui come canto di Sirene.