Il bello di vivere nella regione più povera d’Italia – secondo il rapporto Noi Italia 2018 dell’Istat – è che la mente di chi resta o torna deve inventarsene una più del diavolo per sopravvivere. E il suolo calabrese, ingrato e generoso allo stesso tempo, suggerisce ispirazioni e possibilità a coloro che lo abitano con spirito critico. Da Eboli Cristo ormai si allunga fino a Matera, meritata Capitale della Cultura 2019, e poi prosegue dritto per la Sicilia, guardandosi bene dal prendere alcune folli arterie calabresi.
Ma i recenti segnali culturali che arrivano dalla Calabria lasciano pensare che la regione non finirà tanto presto in coppia col Molise nel famoso adagio. Per lo meno fino a quando donne e uomini non sceglieranno di prendere il largo (e le previsioni sono terribili: si parla di mezzo milione di calabresi pronto a fare le valigie nei prossimi trent’anni) ma di restare o tornare per costruire. È silenzioso, non fa troppo rumore, spesso non gode di appoggi istituzionali e sconta le difficoltà di una terra dove latita il trasporto pubblico (e non solo), ma questo nuovo fermento sta dando finalmente vita a un’altra narrazione della Calabria.
Musica
Probabilmente il personaggio più rappresentativo di questa epoca e di questa terra è Dario Brunori, in arte Brunori Sas, pluripremiato cantautore fresco di disco di platino. Col suo ultimo album, A casa tutto bene, è riuscito in due grandi imprese: narrare con parole semplici questi tempi in cui si respirano paura e rancore e parlare dell’eterno conflitto interiore che vive quotidianamente un abitante del sud. Con Lamezia-Milano ha dipinto nitidamente la sensazione di spaesamento che un calabrese vive sia nella sua terra che fuori, richiamandosi anche alla scelta personale di restare a scrivere canzoni nella provincia cosentina che gli ha dato i natali.
La nuova musica italiana è il motore che anima da sei anni a questa parte il Color Fest di Lamezia Terme (CZ), ormai diventato “il” festival musicale dell’estate calabrese. Quest’anno una lineup zeppa, Cosmo, Zen Circus, Frah Quintale, Coma_Cose, Iosonouncane, Donatella Rettore, ha richiamato un flusso di migliaia di persone come non se ne vedeva da tempo da quelle parti. Chi organizza festival in Calabria deve essere pronto a tutto, anche a vedersi negare gli spazi di un parco archeologico, precedentemente concessi, perché “la musica elettronica, pop e d’avanguardia non è consona ai luoghi della cultura”.