La rivincita delle portinerie

C’era un tempo in cui le grandi città si differenziavano dai paesi, in soldoni, perché ogni palazzo era dotato di una portineria. Le conciergerie in Francia sono a tal punto un’istituzione da popolare i libri di Balzac, di Simenon, fino al bestseller di Muriel Barbery, e da far dire a Céline in viaggio a New York: «Una città senza portinai è una zuppa senza pepe né sale, una ratatouille amorfa». Qui da noi rapirono il cuore di De Amicis e Gadda, tanto per fare due nomi, e fino agli anni Novanta le portinerie dei condomini delle grandi città non sono mai state messe in discussione. I recenti venti di crisi hanno però costretto condòmini e amministrazioni alla spending review, tagliando proprio su chi dalla propria guardiola ritirava la posta, controllava chi entrava e chi usciva, si occupava dei bidoni della spazzatura e della pulizia degli spazi comuni. Al posto dei portinai – o portieri, com’è anche lecito chiamarli a dire della Crusca (nonostante il rischio di scambiarli per calciatori, o peggio, al femminile, per una parte della carrozzeria di un’automobile) – sono stati installati dei videocitofoni e le pulizie affidate a imprese esterne. Nessuno però aveva fatto i conti con Amazon, che è una battuta fino a un certo punto.

Negli ultimi tre anni infatti – secondo le ricerche condotte da Confedilizia e Assoedilizia – i portinai sono tornati alla riscossa, non di rado con un altro passaporto: a Milano sono più di ottomila e crescono, a Roma aumenta la quota di quanti svolgono l’attività part-time (34%) e anche a Napoli si torna ad assumere il mitico portiere tuttofare e “tutto-sapere”. Non si tratta certo del fulgore post boom economico, ma qualcosa sta cambiando davvero. Lo dimostrano le nuove forme di portierato di quartiere che si vanno moltiplicando a Milano e in molte altre città italiane, secondo il modello Lulu dans ma rue, fondato a Parigi e sostenuto dal Comune che ne ha colto l’utilità per la vita di vicinato e per l’economia locale. L’idea è molto semplice: la portineria di quartiere riceve la posta e i pacchi di chi non è in casa, mette in contatto l’idraulico di zona con l’abitante a cui si è rotto il lavandino, o l’anziana che necessita di una persona fidata per le incombenze quotidiane; o ancora individua chi possa innaffiare le piante dei vacanzieri o chi sia in grado di accompagnare i bambini a scuola o portare a spasso i cani.

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