Le nuvole bianche di fumo s’intrecciano con i raggi di sole che bucano una tenda viola, di tessuto leggero. Con le sue dite affusolate, Samantha porta alla bocca una sigaretta elettronica con movimenti eleganti. Di tanto in tanto aspira e butta fuori, sollevando il mento verso il soffitto. La luce di un primo pomeriggio d’estate scivola sul divano dai colori vivaci e si riverbera nel soggiorno. Roma, fuori dalla finestra, pare calma e sonnacchiosa.

È stata quella luce romana a darle la forza, ormai quasi tre anni fa, di lasciare il suo lavoro allo sportello prenotazioni di una struttura sanitaria di Milano e di fare i bagagli per la capitale. La luce di Roma e l’amore per Massimo, per essere del tutto precisi. “Milano dopo vent’anni mi aveva sfinita, avevo bisogno di ritrovare quei colori, simili a quelli che avevo lasciato in Sicilia”. A Catania ci è nata 46 anni fa, poi ha vissuto tra Caltanissetta e Palermo. “E in più io avevo maggiori possibilità di trovare lavoro a Roma, rispetto a Massimo che ha quasi sessant’anni”.

Il volontariato però l’ha assorbita quasi completamente, specie da quando è diventata vice presidente dell’Associazione Libellula che si occupa di supportare, orientare e informare le persone trans* e transgender, di difendere i loro diritti, di accompagnarle durante la transizione e di offrire loro assistenza nell’inserimento sociale.

Di non essere uguale ai suoi compagni di classe maschi, Samantha lo ha capito molto presto: neanche un pelo di barba, tratti del viso gentili, mani e piedi piccoli, forme aggraziate. A quei tempi portava un altro nome e non poteva immaginare che un capriccio della genetica le avesse affibbiato un cromosoma in più. “Qualche anno fa, durante un’indagine volontaria a cui mi ero sottoposta per capire se ero portatrice di tumore, ho scoperto di avere 47 cromosomi invece che 46, come tutti i nati maschi. Questa mia alterazione genetica si chiama Sindrome di Klinefelter”.

Si tratta di una malattia che colpisce esclusivamente i maschi e consiste nella presenza di un cromosoma X in più. Per farla semplice: il corredo cromosomico di un nato maschio è XY, quello di una femmina XX, quello di Samantha invece è XXY. Né maschio, né femmina, ma un po’ di tutti e due. Intersessuale, per usare il termine corretto, a metà strada tra i due sessi. Durante la pubertà, i ragazzini nati con quella lettera in più non hanno un normale sviluppo dei caratteri sessuali maschili. E come se non bastasse, nei casi più gravi, la Klinefelter può comportare problemi nello sviluppo degli organi e delle articolazioni.

A Gallipoli sorge una fontana greca di pietra dura di Corinto, risalente al IV – III sec. a.C., poi ricostruita nel 1560, su cui è rappresentato il mito di Ermafrodito e Salmace, per come lo ha raccontato Ovidio nel IV libro delle Metamorfosi. La ninfa Salmace, ribelle e voluttosa, si era totalmente invaghita di Ermafrodito, un ragazzino bellissimo, placido e delicato, figlio di Ermes e Afrodite. A dirla tutta il giovinetto era proprio vittima delle continue molestie della ninfa che, dai che ti ridai, riesce ad avvinghiarlo a sé e col volere degli dei, a unirsi con lui. «Quando le loro membra si fusero in quel tenace abbraccio, non furono più due, ma un essere ambiguo che femmina non è o giovinetto, che ha l’aspetto di entrambi e di nessuno dei due».

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