A Gallipoli sorge una fontana greca di pietra dura di Corinto, risalente al IV – III sec. a.C., poi ricostruita nel 1560, su cui è rappresentato il mito di Ermafrodito e Salmace, per come lo ha raccontato Ovidio nel IV libro delle Metamorfosi. La ninfa Salmace, ribelle e voluttosa, si era totalmente invaghita di Ermafrodito, un ragazzino bellissimo, placido e delicato, figlio di Ermes e Afrodite. A dirla tutta il giovinetto era proprio vittima delle continue molestie della ninfa che, dai che ti ridai, riesce ad avvinghiarlo a sé e col volere degli dei, a unirsi con lui. «Quando le loro membra si fusero in quel tenace abbraccio, non furono più due, ma un essere ambiguo che femmina non è o giovinetto, che ha l’aspetto di entrambi e di nessuno dei due».
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