Confrontati con quelli degli animali, i nostri organi genitali ci apparirebbero decisamente banali. Per non parlare dei nostri rapporti sessuali che ci farebbero impallidire difronte alle prodezze copulative di istrici, paradisee e scimpanzé. A fare un po’ di chiarezza sulla sessualità nel mondo animale, argomento sconfinato e complesso, ci pensa Emmanuelle Pouydebat, etologa e ricercatrice presso il CNRS e il Muséum National d’Histoire Naturelle di Parigi, con il suo brillante e divertente Sexus Animalus, appena uscito per le edizioni L’Ippocampo.
Quest’opera intrigante, meravigliosamente illustrata da Julie Terrazzoni, esplora le caratteristiche e le pratiche sessuali di 35 specie animali, andando a guardare da vicino i loro sessi e le loro pratiche di accoppiamento. Il risultato è un caleidoscopio di posizioni, preferenze, abitudini sessuali da cui noi esseri umani avremmo solo da imparare. E anche la presa di coscienza che gli animali fanno sesso anche per piacere (addirittura si masturbano) e che anche l’etologia è venata di maschilismo. Abbiamo rivolto qualche domanda alla professoressa Pouydebat.
C’è qualche episodio della sua infanzia che le ha fatto capire che l’etologia sarebbe stata la sua strada?
Direi che ce ne sono stati due. Il primo è quando mi sono resa conto, da piccola, verso i sette anni, che potevo passare delle ore a collezionare le coccinelle nel giardino di mia nonna, potevo osservarle anche un intero pomeriggio. Il secondo è quando ho ascoltato e poi letto Yves Coppens e Jane Goodall da adolescente. Per iniziare, mi sono appassionata all’evoluzione umana e dei primati. Perché si dice che solo gli esseri umani abbiano potuto inventare strumenti? Perché quell’adorabile piccola Lucy, australopiteco e quindi non nel lignaggio umano, non avrebbe potuto fabbricarne? Leggevo che gli scimpanzé fabbricavano degli utensili e mi appariva chiara tutta questa intelligenza animale intorno a me. Comprendere come questi comportamenti si sono evoluti e come l’intelligenza e le azioni di queste creature superino la nostra comprensione mi ha appassionata molto presto e ha gettato le fondamenta di un lungo cammino di ricerche scientifiche. Oggi posso lavorare con delle scimmie, dei lemuri, degli elefanti, dei gamberi e tutti mi appassionano in egual misura.
Qual è stato l’accoppiamento più straordinario che ha potuto osservare dal vivo?
Mi ricordo di essere rimasta stupefatta nell’osservare l’accoppiamento di cimici rossonere (Pyrrhocoris apterus). Sapete che l’unione tra questi piccoli insetti rossi e neri si svolge uno sul dorso dell’altro? La femmina traina il maschio. Vedere queste due piccole bestiole che passeggiano aggrovigliate, unite per i loro organi genitali… mi affascinava! E tutto ciò può durare anche 24 ore! Più di recente, in un parco zoologico, sono rimasta a bocca aperta davanti a un maschio di orangutan che tentava di accoppiarsi con una femmina mettendole il pene nelle orecchie, come dire, non è così intuitivo come comportamento… a meno che non stesse tentando di procurarle nuove sensazioni di piacere! (ride)
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