Dal 2004 in tutto il mondo si celebra la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, riconosciuta da Nazioni Unite e Unione Europea, con lo scopo di condannare le discriminazioni che ancora moltissime persone sono costrette a subire sulla base del loro orientamento sessuale e promuovere attività di lotta al fenomeno.
Proprio il 17 maggio del 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità eliminò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, decisione che divenne operativa quattro anni dopo con la nuova edizione del Dsm (Diagnostic and statistical manual of mental disorders). Nel 2018 stessa sorte è toccata, finalmente alla transessualità.
Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia 2021
Nell’anno in cui prosegue il difficile iter parlamentare per l’approvazione della Legge Zan – che, come ci ha spiegato il deputato Alessandro Zan in un’intervista, nell’ambito del contrasto all’omofobia, transfobia, misoginia e abilismo, propone di estendere i passaggi del codice penale che già puniscono discriminazioni e violenze su base razziale, etnica o religiosa a quelle basate “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”, oltre a quelle basate sulla disabilità – in Italia sono stati registrati 176 casi di aggressioni fisiche e verbali a sfondo omotransfobico (fonte omofobia.org). 176 nei primi 5 mesi del 2021.
Angelo e Andrea, vivere nel terrore
Ho conosciuto Angelo e Andrea la sera del Gay Pride del 2019, a cena in un ristorante di sushi a Milano. Erano seduti accanto al mio tavolo e ci siamo messi a chiacchierare perché Andrea, con la spigliatezza dei suoi vent’anni, ci ha chiesto se poteva prendere degli uramaki che faticavamo a terminare, mentre le loro ordinazioni tardavano.