Quella notte a bordo della Vlora

Al principio del torrido agosto 1991, la nave Vlora, che aveva appena attraccato al porto di Durazzo, venne assaltata da 20.000 albanesi che costrinsero il comandante a prendere il largo verso le coste italiane. La nave arrivò nelle prime ore dell’8 agosto in una Bari impreparata e incredula. Sono passati trent’anni dal più grande sbarco di migranti a cui l’Italia abbia mai assistito.

A bordo della Vlora c’era anche l’artista Helidon Xhixha che, per celebrare i trent’anni di amicizia e solidarietà tra Albania e Italia, ha realizzato Big Bang, un’enorme scultura in acciaio inox esposta nella nuova Piazza Italia a Tirana con il sostegno dell’Ambasciata d’Italia a Tirana, fino al 30 novembre. L’opera d’arte lancia anche una riflessione sul presente dell’umanità e invita ad abbracciare uno sguardo positivo sulle nostre vite messe a dura prova dalla pandemia. Come spiega lo stesso Xhixha “la scultura è un inno alla rinascita che riflette sull’inizio del tempo e dello spazio. Ricrea un’esplosione capace di sprigionare un’energia infinita e pura necessaria a rimettere in moto il nostro universo, le nostre vite”.

Abbiamo raggiunto l’artista per riflettere sulla sua esperienza migratoria e artistica, indissolubilmente e inevitabilmente legate l’una all’altra.

Quali sono i motivi che l’hanno spinta a lasciare l’Albania per raggiungere in Italia?

Vivere sotto la dittatura comunista non è una vita, ma una sopravvivenza che uccide tutti i tuoi sogni le tue ambizioni. Il mio animo artistico e libero non sarebbe mai sopravvissuto in quel contesto. Prendere la decisione di andersene non è stato facile, tra la speranza di un futuro migliore e la paura dell’incerto, oltre al dover lasciare i miei genitori ai quali ero molto legato.

L’Italia è un paese che sprigiona bellezza storia e cultura da ogni lato. È il luogo per eccellenza più ambìto dagli artisti internazionali per la propria formazione artistica. Con le sue opere d’arte, lo straordinario patrimonio architettonico, le sue gallerie artistiche, i suoi teatri, le cittadine storiche e la sua natura l’Italia offre una fonte infinita di ispirazione. Non sarei l’artista che sono oggi se fossi rimasto in Albania.

Ci può raccontare qualcosa del viaggio che l’ha portata in Italia?

È stata un’esperienza veramente tragica, vedere un popolo scappare da una realtà triste e senza futuro. Era l’8 agosto del 1991, faceva molto caldo ed eravamo in più di 20.000 sul mercantile Vlora. La gente aveva gli occhi pieni di speranza ma anche di paura. C’erano ragazzi giovani come me, ma anche molte famiglie con bambini e anziani.

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