In questo weekend apatico decido di riscrivere qualcosa su questo minuscolo spazio, che non sto trattando da vitale. Mi sono reso conto, con amarezza, di poterne farne a meno, o meglio di non considerarlo così indispensabile. Forse dovrei ribattezzarlo come Minuscolo spazio accessorio, o boh.
Sarà che in questo periodo sono totalmente svuotato, mai contento, triste, malinconico. E tra le cose da fare la voglia di scrivere e di leggere vengono confinate nel più basso gradino delle priorità.
Sarà questo cielo nuvolo e questa primavera che avanza con reticenza.
Sarà la mancanza di soddisfazioni sul piano lavorativo.
Sarà che mi sono svegliato sia sabato che domenica alle 10 meno qualcosa (cosa che non succedeva da anni).
Sarà che vivo in un paese politicamente deludente, che continua a far avanzare persone indegne.
Sarà che ancora non so cosa vorrò fare della mia vita.
Certo questi momenti sono i migliori per buttare giù due righe, ed eccomi qui infatti. La malinconia è amica dell’arte: tutti le opere più grandi sono state scritte in momenti di forte scoramento e dolore psichico. Pensiamo solo a La Recherche di Proust, opera imponente che portò l’autore a rinchiudersi in una stanza da letto e a uscirne soltanto freddo e rigido in una bara.
Ecco ora sto esagerando, lo sapevo. Non morirò da qui a qualche giorno, non temete. Già solo scrivendo queste due righe mi sta tornando il buonumore. Anche se c’è poco da sorridere, o forse no. La verità è che a volte è necessario godersi la malinconia e l’angoscia. Per uscirne rigenerati. Anche grazie alla scrittura.
Tibidabo barcellona
Melancholia – Barcellona (Tibidabo), estate 2011

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