Visionare ogni mattina i dati che testimoniano quanti di voi hanno letto queste mie cronache sanremesi mi inorgoglisce, non lo nego. Anche il post relativo alla seconda serata del Festival di Sanremo ha riscosso un notevole successo (oltre i 2600 lettori, per gli appassionati di numeri).
Ma i numeri li hanno dati anche sul palco dell’Ariston ieri sera. Faccio mea culpa sul fatto che ho guardato il festival in maniera molto precaria complice l’arrivo del Pater in città, impegnato a tenere me e i miei fratelli debitamente nutriti secondo i suoi canoni di alimentazione.
L’unico momento in cui ho avuto piena autonomia sul volume del televisore, con i valori nel sangue sballati per l’abbondanza della cena appena consumata, ci ho messo un attimo a capire cosa stesse succedendo.
Scorgo Michelle Hunziker cantando I maschi e poi Bello impossibile di Gianna Nannini vestita interamente di rosa. E già lì dovevo presagire il peggio.
A un certo punto la camera inquadra una vrenzola in prima fila che accusa la bionda coconduttrice di aver scelto una canzone che parla di maschi, nonostante lei sia una delle poche donne su quel palco. E qui mi sono detto anvedi com’è sveglia la signora, si è resa conto che in mezzo a venti big in gara ci sono solo quattro donne, che a parte la mitica Andrea Mirò, in passato, non si sono mai viste direttrici d’orchestra e che i vari direttori artistici e presentatori da sempre sono quasi sempre solo uomini.
Poi interviene un’altra signora seduta dietro alla prima – e lì la puzza di flashmob, trovata vecchia di 15 anni, si è palesata – che inveisce rivolta a Michelle “Ma proprio lei, con tutte le sue battaglie? Almeno avrebbe potuto scegliere delle canzoni con un minimo di coerenza”. Sono un po’ euforico per la sceneggiata, alla fine dei conti ‘sti flashmob fanno sempre il loro sporco effetto, specie se camuffati da contestazioni.
Spuntano così altre signore da varie poltroncine della platea e attaccano a cantare una strofa de Le donne di Modena di Baccini, partendo proprio dalla strofa che fa: “Le donne di Napoli sono tutte delle mamme, le donne di Napoli si gettano tra le fiamme, le donne di Napoli, Dio, ma che bella invenzione”. Eh lì ho detto: O cazzo.
Parte infatti una playlist con delle canzoni accomunate solo dal fatto di contenere la parola “donna” nel titolo o nel testo. Immagino Michelle che va su internet insieme alla Bongiorno (quella rimasta folgorata dalla lucidità di pensiero di Matteo Salvini, per intenderci) a cercare “canzoni donne belle”, anzi no “canzoni belle donne”, altrimenti è troppo sessista.
Così si mettono a cantare Le donne lo sanno di Ligabue e Acqua e sapone degli Stadio (che in un verso dice: “E’ strepitosa donna bambina, donna vedrai, bambina se lo sai! Meravigliosa, stramaliziosa, vieni e vedrai, che cosa sentirai!”), Michelle Hunziker ha un’agnizione. Ha capito, dice, e intona “Oh mia bela madunina“, perché in fondo “la madunina è la mamma di tutte le mamme”.
Sì hai capito perfettamente, cara Michelle, perché infatti è quello il messaggio che state mandando. E così si prosegue tutte in coro con W la mamma di Bennato, La donna cannone (per fare atmosfera), per chiudere in bellezza con una canzone che sostiene che basta che un uomo si presenta nelle sere tempestose con delle rose e nuove cose, le donne gli diranno sempre ancora un altro sì. Applausi.
In conclusione Michelle dice che è sempre stato il suo sogno portare la femminilità sul palco dell’Ariston, ed evidentemente la sua idea di femminilità è una donna mamma, preferibilmente devota alla madunina, che dipende dagli uomini al tal punto da riprenderseli in cambio di un mazzo di fiori.
Beh, questa visione poteva essere innovativa nell’anno in cui ha vinto Sanremo Nilla Pizzi, non nel mondo sottosopra dopo il caso Weinstein. Infine la coconduttrice: “Questa battaglia dobbiamo combatterla tutti insieme, uomini e donne”, seppur non si è capito con esattezza a quale battaglia faccia riferimento (fertilità? molestie? violenza? donne in tv?). A nessuno è saltato in mente che molte donne non vogliono o non possono essere madri e per questo non sono mica meno donne.
Eppure su quello stesso palco pochi minuti prima era salita la bravissima Virgina Raffaele che, pur non essendo madre (pensa un po’), ha fatto strepitosamente il suo lavoro. Anzi, se vogliamo dirla tutta, ha fatto il miracolo visto che è stata in grado di far risultare simpatico pure Baglioni. A dimostrazione, se ancora una volta ce ne fosse bisogno, che le donne spesso arrivano dove gli uomini non riescono, nonché che gli autori delle altre gag di Baglioni fanno proprio cacare.
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