I dati di ascolto del giorno dopo sono molto lusinghieri: più di 3000 (tremila/00) persone hanno letto il mio post sulla prima serata del Festival di Sanremo 2018. Quindi che altro dirvi se non: “avete fatto bene!”?Ecco, io il mio impegno ce lo sto mettendo tutto, ma invece pare che quelli che dovrebbero reggere le redini della kermesse lo facciano controvoglia. Pater Claudio è sempre lì diviso tra l’assolverci dai nostri peccati e il dirigere il via vai di gente come un vigile urbano. Ed è ormai nota la voglia di lavorare che c’hanno i vigili di Sanremo. Michelle e Pierfrancesco tutto sommato fanno il loro e quando si mettono a ballare o a cantare sono pure piacevoli. Il problema è che dietro le gag si nasconde uno stuolo di autori che andrebbe condotto davanti alla Corte Marziale. Non ci si può davvero aspettare che il pubblico rida davanti a una che canta e perde una scarpa.
Rosa Trio di certo avrebbe stilato una scaletta più esilarante.
La seconda serata del Festival di Sanremo 2018 è stata intramezzata dal mio Pater che friggeva patate e funghi e dal chiacchiericcio della famiglia riunita intorno al desco. Quindi ho colto momenti qua e là, tra un fluire di noia inarrestabile. Ma ormai è chiaro che in quest’edizione si è rinunciato quasi totalmente ai colpi di scena, agli ospiti internazionali, alla satira tagliente, restituendo al paese reale quella dose di irrealtà e d’italianità in cui ha bisogno di crogiolarsi. Nessun momento da radical chic di sinistra à la Fazio, nessuna predica democristiana sulla natalità à la Carlo Conti, nessuna volgarità Berlusconiana nelle farfalline argentine degli anni di Pater Morandi. Non si parla di migranti, di fascisti redivivi, di vaccini, e l’irruzione del contestatore a inizio festival pare abbia un po’ infastidito tutti, pubblico e organizzatori. Qualche scambio di fiori e occhiolini tra le, pochissime, donne in gara e la coconduttrice è servito per liquidare velocemente l’argomento molestie e #metoo, senza guastare la festa.
All’ingresso trionfale de Il Volo tutti a spellarsi le mani per questi giovani italiani che ce l’hanno fatta, portando l’onore del made in Italy anche in Ammmerica. E se poi cantano una bella canzone lirica – di Verdi, anzi no, di chi era Nessun Dorma? O era Sole mio? Ah sì, Mozart – tutti sono ancora più fieri del proprio paese.
Oltre ai tre tenorini Sting è l’altro ospite internazionale, arrivato direttamente dalla Toscana dove ormai vive e vendemmia tutti i giorni dell’anno. Ha cantato delle parole a caso in una lingua non sua per ricordarci quanto è bella la nostra cultura italiana.Ma il momento più alto della serata, in cui ho zittito Pater e familiari, è coinciso con l’arrivo dell’unico direttore artistico e presentatore possibile per il Festival di Sanremo, Sua Santità Pippo Baudo. Con la sua dentiera ballerina è montato sull’ambone e con la scusa di una lettera aperta all’amatissimo festival, il Pippo Nazionale, patrimonio dell’Unesco, ha dato la merda a tutti quelli che hanno presentato la kermesse dopo di lui.