Ieri era la festa dei nonni e ho chiamato la mia per farle gli auguri. Ogni anno, da quando è stata istituita questa ricorrenza, fa finta di meravigliarsi che ci ricordiamo di chiamarla. Si finge sorpresa, ma io so che le fa piacere sentirsi festeggiata. Dice che ai suoi tempi il 2 ottobre si festeggiavano gli angeli custodi, non i nonni, ed è evidente che gongola per questa sottile allegoria.
Mi ha raccontato che in casa ha come ospite una nipote ‘mericana dell’Australia. Tutti i parenti emigrati all’estero per mia nonna sono ‘mericani. In questo caso si tratta della figlia di sua sorella che praticamente non vede da quando è partita per la terra dei canguri, mezzo secolo fa. Lei non la trova una cosa troppo anomala, io non riesco a capacitarmi del fatto che fratelli e sorelle si separino con la certezza di non rivedersi mai più.
Sua nipote di sessant’anni in visita nella sua terra natale spende quasi tutti i giorni a disposizione nel vecchio continente per andare a salutare parenti sparsi qua e là. Il più delle volte la visita si risolve in un passaggio davanti alle lapidi del cimitero, o a un anziano bloccato su una sedia a rotelle, o a parenti di una generazione successiva, in pratica estranei. O se si è fortunati ci si trova difronte a mia nonna, che seppellirà ‘taliani e ‘mericani.
Mi sono venute così in mente le passate venute dei miei parenti ‘mericani, quando loro erano più giovani e quando anche noi ce la passavamo meglio. Ogni visita di quegli sconosciuti con un po’ del nostro sangue diventava una vera e propria festa. La loro permanenza eccitava anche gli animi degli adulti e a noi bambini questa cosa sembrava un Natale in anticipo e ci faceva provare l’euforia per le giostre alla festa del Santo patrono. Si organizzavano pranzi e cene, scampagnate in montagna e gite al mare; nessuno era troppo impegnato a pulire la casa o a fare la spesa, nessuno aveva il mal di testa domenicale. Si facevano passeggiate tra i vicoli del paese nel cuore della mattina, si andava a prendere il gelato seduti in piazza. Lussi mai sperimentati prima.
Nella mia casa natale conserviamo numerosi VHS recanti un’etichetta con il nome del parente e l’anno della sua venuta che ci rammentano di un tempo in cui siamo stati felici.
Almeno fino a quando il videoregistratore non smetterà di funzionare.
Nella mia casa natale conserviamo numerosi VHS recanti un’etichetta con il nome del parente e l’anno della sua venuta che ci rammentano di un tempo in cui siamo stati felici.
Almeno fino a quando il videoregistratore non smetterà di funzionare.
2 commenti
che ne dici di riversare i vhs su cd?
Cara Maria, quanto hai ragione.