Prendete una stanza finemente arredata di un appartamento medio borghese di un palazzo di un sobborgo  di Brooklyn (in realtà è l’interno di una casa parigina, visto che il vecchio Roman è un fuorilegge negli States!). 
Poi prendete due famiglie borghesi con i loro lavori, le loro famiglie, la loro routine, i loro bei vestiti, il loro perbenismo, le loro convinzioni, le impalcature esteriori di cui vanno fiere.
Bene, mescolate le due cose e “Carnage” (o lo si pronuncia in francese o in inglese il significato non cambia: carneficina, strage) è pronto.
[Sto per svelare alcuni elementi clou del film. Chi non l’avesse ancora visto potrebbe rovinarsi la sorpresa.]
E’ incredibile pensare a quanta bravura sia necessaria per giungere ad un prodotto finale così strepitoso avendo utilizzato un unico ambiente per realizzare il tutto.
Uno “psico/socio-dramma da camera”, lo si potrebbe definire, in cui quattro adulti devono risolvere i guai dei loro bambini.
In una formidabile commedia drammatica, quattro adulti arrivano a mettere a nudo le proprie identità. Chi si era velato di ipocrisia, chi si era ammantato di moralità e giustizia, chi si era vestito di saccenza e noncuranza, chi non voleva esserci nemmeno in quel posto: alla fine tutti si mostrano per quello che realmente sono, infrangendo gli apparenti equilibri di cristallo che pazientemente erano stati edificati.
Rabbia, frustrazione, ignoranza, perbenismo, finto senso del pudore e dell’etica, arrivismo: questo è quello che le società moderne hanno prodotto, questo è il tempo in cui viviamo, questa è la realtà che vogliamo celare. Quando poi tutto ciò viene fuori si verifica davvero una carneficina.
Un plauso agli attori, tutti decisamente all’altezza del compito (mai vista una Jodie Foster tanto odiosa!), al regista di ormai pluripremiata fama e bravura e all’opera teatrale della scrittrice francese Yasmina Reza (Il dio del massacro). Tra l’altro ora sono proprio curioso di leggere il libro, perchè anche quello deve essere una prova di maestria ineguagliabile.
Andate a vederlo, ne vale la pena!
State certi che quando inizieranno i titoli di coda vi guardarete intorno come per dire: “Ma il film vero quando inizia?” , e poi scoppierete in una fragorosa e agrodolce risata. Umorismo pirandelliano!

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