In una notte di fine giugno decido di scrivere per non implodere. Impossibile studiare, fare ordine nella mente, i pensieri si agitano come le mosche in una stanza. L’aria tiepida, gli odori della notte ti renderebbero il pensare meraviglioso. Ma così non è, non lo è mai. Ascolti la voce calda di una melanconica cantante, che almeno ti aiuta a piangere, o almeno a provarci. Neanche questo ti è concesso. A cosa servirebbe. Quella stessa cantante che ti cita sempre chi ti ha fatto perdere la testa nei suoi contorti pensieri. Per sempre gli sarà legata. Suoni caldi e avvolgenti, che sanno di Mediterraneo e di passione.
Impossibile avvicinarsi alla sua mente, impossibile riassumere i suoi pensieri, impossibile riportare i suoi discorsi. Sull’orlo della follia, una maledetta e scapigliata inquietudine. Un grido sordo da un monte altissimo, un’eco che dilaga. Il delirio pervade anche me, sono malato anch’io, è troppo tardi ormai.
2 commenti
ciao piacere di conoscerti, blogger anche io, da poco…
scrivere per non implodere…mi piace molto… la scrittura che salva, che aiuta a dar voce alle proprie parti più profonde… è ciò che ho sentito leggendo…
Grazie delle belle parole!
Un riassunto di quello che si prova in 7 righe è impossibile, ma almeno ti da l'illusione di esserte confidato con qualcuno!E dopo ti senti un po' meglio…