E la tanto attesa finalissima è arrivata. Pare che l’Italia si sia fermata per una settimana, o per lo meno è quello che è successo a me. La vivo sempre intensamente, forse troppo.
Non c’è molto da dire stasera, ormai il peggio è passato!
La nostra squadra ormai è disinibita e sciolta. Anche negli strafalcioni, nelle gaffes e nella miriade di errori di conduzione. Non c’è una canzone che riescano a presentare dignitosamente, non c’è un volta che le due veline non vengano riprese a suggerirsi cose nell’orecchio. Tecnici che passano, Pater Gianni che si scorda tutto, ma tutto tutto. Luca e Paolo stasera si salvano davvero. Risultano dignitosi e quasi comici. Luca principalmente. Lo capisco, con tutto il compenso che da domani potrà godersi!
Nonostante la bufera-voti-televoto di oggi pomeriggio che dava per vincente Roberto Vecchioni, indovinate un pò chi ha vinto: Roberto Vecchioni!!! Il più applaudito dalla prima sera, anche dalla critica e dall’orchestra, si conferma il vincitore di questa 61° edizione del Festival della Canzone Italiana. La canzone (chi mi ha seguito lo saprà) non mi ha mai fatto impazzire, un pò troppo retorica nel testo e un pò troppo banale nel ritmo. Ma per carità, il Prof. se la meritiva tutta la vittoria (il discorsetto fatto prima dell’ultima esibizione dedicato all'”amore” della canzone gli avrà portato più voti?). In barba alla De Filippi, ad Amici, alle canzonette per ragazzine mestruate, ai ripescaggi indegni (vedi Al Bano) e alla Golden Share (il meccanismo di quest anno era più complesso delle regole di una partita di scacchi per ciechi!).
Si è accaparrato tutto: 1° premio, critica e appunto la Golden Share (una sorta di jolly che permetteva di scalare una posizione nella classifica provvisoria, inutile per lui che era già sul podio dei tre finalisti), proprio come Gualazzi la sera prima.
Potrebbe essere un bel messaggio per l’Italia: un talentuoso giovane jazzista e un fine cantautore attempato, nelle due rispettive categorie. Un connubio perfetto, un buon segnale di (forse) ripresa della musica italiana.
Secondo posto Emma con i Modà e al terz o Al Bano.
Dispiace che sul podio non ci fossero i La Crus o Nathalie, le migliori esibizioni di questo festival (anche la Ferreri e Van de Sfroos alla fine mi sono piaciuti, ma dopo 5 giorni poi le ami tutte per forza [Tatangelo a parte]!).
Per il resto la serata si è svolta tranquillamente, anche troppo: le esibizioni dei cantanti finiscono alle 22 e 30. Da allora tutti riempitivi.
Ospite internazionale niente poco di meno che Avril Lavigne. Non vorrei essere troppo brutale quindi mi contengo, ma dico: hai 26 anni e allora vestiti, canta e atteggiati da 26enne, non ne hai più 17!!!!!! Una canzone penosa, di cui assolutamente non se ne sentiva la necessità nella scena internazionale e una voce così stridula da voler cambiare canale (ovviamente io non l’ho fatto!).
Credo che invece la sola ospitata di Massimo Ranieri, l’unico e il solo, valga tutti i super ospiti delle scorse serate. Meraviglioso come sempre, ci regala con pater Gianni un bel remake delle loro vecchie canzoni. Un bel momento, emozionante.
Degne di nota sono battute di Luca e Paolo rivolte alla sinistra italiana, agli uomini di sinistra e agli ideali di sinistra, a volte troppo abusati e non compresi in fondo. Un po’ squallida questa cosa della satira bipartisan, e che Luca non mi dica che lui dice quello che pensa e che di una siffatta satira non gliene fotte un cazzo! Intanto per venire da Mediaset e stare in Rai bisogna leccare un bel po’!
Anche la Canalis fa un ballettino niente male e la Rodriguez canta in maniera gradevole (per essere “una showgirl e modella argentina, occasionalmente anche attrice e conduttrice televisiva” come Wikipedia afferma!) accompagnata dal padre musicista.
Poi una sfilza di pubblicità ai vari prossimi programmi Rai tra cui la fiction con Giulio Scarpati e Nino Frassica e Ballando con le stelle con la splendida Milly Carlucci (io mi chiedo cosa aspettino a far presentare un Festival a lei, la regina!).
Eccoè il succo di questa serata che è sembrata la più amatoriale di tutto il Festival: anarchia totale, ognuno faceva quello che voleva, gente di qua e di là, zero suspance nella premiazione. Insomma un festival che nonostante abbia avuto degli ottimi ascolti, non ci ha offerto un bell esempio di conduzione professionale e scorrevole. Ma forse è proprio per questo che continuiamo a vederlo anno dopo anno. Questo cambio di conduzione annuale incuriosisce tutti noi, che aspettiamo l’inciampata di una, la gaffe dell’altro e l’errore di quello. E per questo ci è piaciuta la 61° edizione: spontaneità, ingenuità, politically correct (troppo), amatorialità. Un spettacolino di fine anno. Però ci siamo affezionati, e l’eterno ragazzo che portava il latte tale si è dimostrato: uno di noi. Che popolo contorto noi italiani!

1 commento

  1. Leggo ora, per la prima volta, questo blog. E Mi sono concentrato in particolar modo su questo post. Come al solito sei molto divertente e la lettura dei post, benché lunga, non è pesante. Sono passati due mesi dalla fine del Festival, ma credo che, sia nella sezione giovani, che nella sezione vip, abbiano vinto, e meritatamente, le canzoni che dovevano vincere. Io sono un fan sfegatato di vecchioni e, ovviamente, sono di parte. Ma negli ultimi anni ero stato molto critico nei suoi confronti: di fatto non ho comprato il suo ultimo album "Incantus" proprio perché le canzoni erano scialbe e troppo poco vive. Devo però dire che, sebbene abbia scritto canzoni molto migliori di Chiamami ancora amore, sicuramente all'interno del festival era la più decente. Van des Fros, ancora non capisco il senso generale della canzone a parte un sandokan che pilota le infradito, qualche redbull qua e la e altre parole poco connesse. La canzone di Albano, per quanto significativa, era a mio parere pietosa e quella dei Modà era orecchiabile. Certo, dipende dai gusti. Ma una cosa è certa: erano una decina d'anni che non vedevo il festival ma ascoltavo le canzoni, e da dieci anni vincevano sempre canzoni che alla prova del nove non riuscivano a cogliere il becco di un quattrino. Ritengo, in definitiva, che questo festival sia stato un tocca sana per la buona musica e che abbia dimostrato che ancora c'è gente che apprezza le parole di un Cantautore attempato e di un jazzista giovane, ma dal timbro e dall'anima swing vecchia maniera.

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