La gente fugge dai social. Chi passa gran parte del tempo collegato ai propri account, per lavoro o per diletto, sa bene di quanto autocontrollo e di che tempra c’è bisogno per sopravvivere a un mondo popolato in misura sempre maggiore da fake news, bufale, commenti livorosi, tifoserie e attacchi personali. Un esercizio che, a leggere i dati, comincia a divenire insostenibile ai più. In questa direzione potrebbe dare un grosso impulso l’ultimo libro di Jaron Lanier – informatico, saggista, nonché padre del concetto di “realtà virtuale” – dal titolo cristallino Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi account social (Il Saggiatore, traduzione di Francesca Mastruzzo).
Lanier, incluso tra le cento persone più influenti al mondo da Time, in 160 pagine va diretto e spedito: se vogliamo sopravvivere dobbiamo cancellare immediatamente il nostro profilo Facebook, il nostro account Twitter e quello Instagram. Per il guru la specie umana, così come la conosciamo, corre il pericolo d’estinguersi a causa dei social network che stanno raggirando il nostro cervello fino a modificare i nostri comportamenti. L’algoritmo regna sovrano e incontrastato, a esso consegniamo dati sotto forma di like, condivisioni, commenti, pubblicazioni, e lui ci scheda e ci ripaga con altrettanti contenuti molto vicini alle nostre aspettative e al nostro sistema di valori. Quella che in molti ormai definiscono bolla – filter bubble – finisce per rappresentare l’unica realtà, in cui tutto sembra fatto su misura per noi, ma non è altro che una mastodontica allucinazione.