Per rendersi conto della gigantesca portata dell’inquinamento da plastica nei mari, basterebbe immaginarci d’estate, in una delle nostre località marittime preferite, a nuotare tra bottigliette o sacchetti di plastica al posto dei pesci. Non è la trama di un romanzo distopico ma è lo scenario che ci si prospetta da qui a trent’anni se le cose continueranno a seguire questo corso. Secondo le ultime stime del WWF entro il 2025 negli oceani della Terra conteremo 1 tonnellata di plastica ogni 3 tonnellate di pesce ed entro il 2050 – praticamente dietro l’angolo – ci sarà, in peso, più plastica che pesce.
Ogni anno buttiamo a mare qualcosa come 8 tonnellate di plastica, l’equivalente di un camion pieno di rifiuti ogni singolo minuto di ogni giorno, senza sosta. La plastica sminuzzata finisce nello stomaco dei pesci entrando quindi nella catena alimentare, mentre i pezzi più grossi arrivano a formare delle vere e proprie isole. Nell’Oceano Pacifico, tra la California e le Hawaii, ne galleggia una di 1,6 milioni di km2, tre volte la Francia, per capirsi: per misurarla tutta sono state necessarie trenta navi e due aerei. La Great Pacific Garbage Patch, com’è stata battezzata ha una massa di 1,8 trilioni di oggetti di plastica, nell’84% dei casi contenenti sostanze tossiche.
L’esploratore italiano Alex Bellini per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema ha deciso di navigare, con una barca fatta di materiali riciclati, i 10 fiumi più inquinati del mondo – quelli che secondo lo studio pubblicato nel 2017 sulla rivista Environmental Science & Technology dell’American Chemical Society portano da soli l’80% della plastica nei mari (8 si trovano in Asia e 2 in Africa) – fino ad arrivare alla Grande chiazza di spazzatura del Pacifico.
E il nostro Mediterraneo non se la passa meglio. Dall’indagine Beach Litter 2017 di Legambiente condotta in 62 punti del litorale, risultano 670 rifiuti ogni 100 metri lineari di costa. “La plastica rappresenta il 95% dei rifiuti in mare aperto: sui fondali e sulle spiagge della nostra penisola, 134 specie tra pesci, uccelli, tartarughe e mammiferi marini, sono vittime dell’ingestione di plastica”, stimano al WWF. Le microplastiche stanno soffocando anche laghi e fiumi italiani, specie in corrispondenza delle foci, ma anche gli arenili dove Legambiente ha trovato una media di 2,5 rifiuti ogni metro quadrato di spiaggia, per un totale di 2183 rifiuti censiti (20 arenili ubicati nei laghi Iseo, Maggiore, Como, Garda e Trasimeno).
Quattro ragazzi di Bassano del Grappa hanno brevettato un River Cleaning System che testeranno a metà del 2019: un mulinetto galleggiante alimentato dalla forza del corso d’acqua che, ancorato al fondale e disposto in serie, intercetta il rifiuto galleggiante e lo spinge passivamente in un contenitore posto più a valle, non consumando e non ostacolando la navigazione. Sembrerebbe una salvezza.
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