Fino a tre anni fa non sapeva neanche cosa fosse la calligrafia, ma dopo aver frequentato un corso di type design è rimasta stregata dai caratteri. Così la ventinovenne Chiara Riva ha cominciato ad approfondire la storia di quelle lettere sui tasti dei computer e degli smartphone e in un anno ha seguito oltre dieci corsi di scrittura. “La calligrafia è diventata subito come una droga, non ne avevo mai abbastanza”. Formazione da graphic designer ha sempre lavorato in agenzia o come freelance. 
chiara riva
(Fonte: Profilo Facebook di Chiara Riva)
Aspetti caratteriali. “Mi piace moltissimo usare il digitale per fare calligrafia. Sempre più strumenti, l’Apple pencil per esempio, permettono di fare quasi le stesse cose che si farebbero a mano sulla carta. Una cosa non esclude l’altra: io continuo a lavorare sia analogicamente che in digitale, spesso intrecciando le tecniche”. Non ha una lettera preferita, ma le piace molto lo stile Italico e adora il brush pen, una via di mezzo tra un pennello a punta tonda e un pennarello: “Mi piace forse per la sua imprevedibilità, perché il segno varia molto in base alla pressione e alla posizione della mano. Certo se sbagli devi ricominciare da capo!” 

Impreziosire la grafica. Chiara Riva ha fatto della sua passione una professione e, fra alti e bassi, riesce a vivere del suo lavoro: “Sempre più clienti richiedono la calligrafia perché vedono l’arte che c’è dietro e capiscono che può dare qualcosa in più rispetto a un semplice lavoro di grafica”. Un suo lavoro potrebbe essere a breve pubblicato, ma per scaramanzia non si sbilancia: “Vado molto fiera di una citazione di Proust sul viaggio che ho realizzato di recente in calligrafia per la rivista TipoItalia” 
Meglio condividere. Molto attiva sul web, condivide con i suoi follower i lavori e lettere: “Ho notato che sempre più giovani stanno avvicinandosi a quest’arte. Io stessa seguo sui social molti calligrafi famosi come Christopher Haanes, Rachel Yallop, Yves Leterme: per un giovane sono un po’ la meta a cui tendere. È molto importante far conoscere la calligrafia, così almeno le persone non mi chiederanno più se di lavoro trascrivo la Bibbia in un monastero”.

chiara-riva.com


[Questa intervista era stata preparata per finire in Lettera viva – Gallery in Style Magazine (Marzo 2017). Per traversie redazionali, eccola comunque recuperata qui]

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