Abir viene da una famiglia cristiana copta, una minoranza religiosa in un Paese dove quasi il 90% della popolazione è di fede musulmana. Lei e le sue quattro sorelle hanno studiato a Notre Dame des Apôtres, un collegio privato bilingue del Cairo fondato da missionari francesi, per volontà di suo padre. «Era davvero una persona meravigliosa». Quando parla di lui, la voce di Abir si fa più fragile «Voleva che avessimo un titolo di studio alto e una buona educazione». Preferiva che le figlie non prendessero i mezzi pubblici, così ogni mattina le accompagnava a scuola e andava a riprenderle alle due e mezza. «Vivevamo in periferia, ma non troppo, in una zona chiamata “l’occhio del sole”, piena di scavi archeologici. Tornavamo a casa a mangiare e, dopo un riposino di mezz’oretta, papà aiutava tutte noi a studiare, in ogni materia. Mia mamma invece si è sempre dedicata alla casa». Dopo il Liceo, Abir ha proseguito nelle aule della Facoltà di Lingue del Cairo. Mi racconta, piena di orgoglio, di una città moderna e cosmopolita, coi canali della tv in arabo-francese, o arabo-inglese, e i film trasmessi in lingua originale coi sottotitoli.
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