L’arte è mobile
In Spagna i camion dell’imprenditore e mecenate Jaime Colsa diventano vere e proprie opere d’arte urbana itinerante, firmate da famosi street artist. Il Truck Art Project intende portare la cultura fuori dai musei e renderla totalmente democratica
Se la gente non si avvicina all’arte, allora è l’arte che deve avvicinarsi alle persone. È quello che sta succedendo in Spagna grazie al rivoluzionario e visionario Truck Art Project: i teloni di grossi camion e autocarri diventano tele d’artista e si muovono per le strade del Paese come opere d’arte itineranti. La paternità dell’idea è del collezionista d’arte Jaime Colsa, nonché patron della Pallibex, società di logistica e trasporti spagnola.
Il progetto prende avvio nel 2015 con l’obiettivo di mettere in piedi una singolare collezione di arte contemporanea senza alcun proprietario e in cui i camion di Colsa si trasformano in monumentali supporti delle opere. L’imprenditore e mecenate affida la curatela dell’arte contemporanea al gallerista Fer Francés e di quella urbana all’organizzatore di eventi Oscar Sanz. Nasce così una vetrina vivente e itinerante delle ultime tendenze nel campo della pittura, del disegno e dell’arte urbana, collocandosi in contesti non consueti e spaesanti. E col passare del tempo il programma diventa ancora più ambizioso e multidisciplinare, spaziando anche nei campi di fotografia, musica e cinema. Sanz afferma che uno dei maggiori punti di forza di questa iniziativa sta nella sua ricezione spontanea, proprio perché gli stimoli artistici del progetto vengono ricevuti ogni giorno in maniera quasi inconsapevole: “Prende corpo ciò che Marina Vargas, una delle artiste che partecipa al Truck, ha definito ‘l’estetica della vertigine’, ovvero che le opere sono progettate per apparizioni fugaci in un lasso di tempo molto determinato. La staticità solitamente governa il lavoro dell’artista tradizionale, ma qui a essere determinante è la mobilità”.

Il risultato infatti è una collezione di arte mobile, con una copertura nazionale ed europea, che vanta ormai un centinaio di camion che fungono da tela per i numerosi artisti della scena contemporanea, sia spagnola che internazionale, entrati a far parte del progetto. Alcuni di loro espongono direttamente anche all’interno dei cassoni dei camion che si trasformano così in vere e proprie gallerie itineranti e che aprono – gratuitamente – le loro porte a un pubblico non uso a questo genere di offerta culturale.
Sono diverse le principali direttrici su cui si dipana il Truck Art Project, destinato a diventare un interessante caso di studio.
Rappresenta infatti in primis una sfida creativa per tutti gli artisti che hanno deciso di salire a bordo dei camion di Colsa. Ideare un’opera itinerante che abbia un forte impatto per poter far presa su spettatori involontari, non è certo una cosa che capita tutti i giorni. L’artista Javier Arce afferma che la più grande sfida che ha affrontato consiste nel rispettare la scala e le proporzioni su una tela mobile di così grandi dimensioni. Alza la posta il pittore Abraham Lacalle per cui il progetto ha l’effetto di un calmante, un unguento miracoloso che compare nelle nostre superprotette e ansiose città, sempre in stato d’allarme e pronte al peggio, ricordando che qualcosa di buono può sempre arrivare. Oltre ai citati, hanno accettato la sfida artisti e writer del calibro di Carlos Aires, Chiqui Carabante, Sen2 Figueroa, Gorka Mohamed, Nano4814, Felipe Pantone, Spok, Suso 33.
In secondo luogo il progetto ha una funzione sociale per nulla scontata. Paesi isolati, autostrade, centri rurali, caotici centri metropolitani: i mezzi del progetto portano l’arte nei posti più inconsueti, dove la gente non è abituata a contaminarsi in maniera così spiazzante. In barba ai raffinati circuiti dell’arte e all’elitarismo delle gallerie e dei musei istituzionali. Chiunque, a prescindere dalla sua condizione economica e sociale, può e deve accedere all’arte, anche come spettatore casuale. E non bisogna sottovalutare la rete di relazioni che un simile circuito espositivo va a intessere tra le comunità e gli agenti della cultura.
Infine brand e istituzioni impegnati nell’innovazione e nella diffusione della cultura, trovano in Truck Art Project una piattaforma ideale da cui partire per promuovere la visione dell’arte come materia plasmante la società.
Gli ideatori del progetto, costituzionalmente sempre in movimento, stanno sviluppando un’app in grado di tracciare le rotte di tutti i camion-opere, al fine di creare una mappa che segnali in quale città poter prendere parte a questa esperienza di arte itinerante, democratica e condivisa.
[Articolo pubblicato nel numero #75 di febbraio della rivista WU magazine]
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