E anche quest’anno è arrivata la tanto attesa settimana del festivàl di Sanremo. Anticipato da un’anteprima in stile X Factor, la 66°edizione del Festivàl della canzone italiana si apre sulle doverose note di Starman di David Bowie. Meno doveroso mi è parso il fatto che Carlo Conti si sia definito anche lui uno Starman. Carlè, come ha fatto notare qualcuno, al massimo sei un buco nero. Ma andiamo con ordine.
Carletto è attento e disciplinato, un vero mattatore dei palcoscenici, che sia quello di Tale e quale show, che sia quello dei Migliori anni, lui deve portare a casa il suo compitino ben fatto (come dicevo già l’anno scorso). Per cui niente chiacchiere, né frasi di circostanza: la gara entra subito nel vivo, grazie alla conduzione robotica di Carletto nazionale. E in questi momenti ci manca sempre un po’ Pippo, salvatore di aspiranti suicidi.
Lorenzo Fragola: si presenta con un pezzuccio trito e ritrito, con cui sembra chiedere finalmente scusa a quella povera crista della fidanzata che ha mollato dopo la vittoria di X Factor. Specifiche tecniche: quando fa gli acuti sembra il clacson di uno scuolabus.
Arriva la Madeleine proustiana, non dalla Francia ma direttamente dalla Romania, dopo essersi messa in mostra grazie alla passer-ella nella piscina di Sorrentino. Addobbata con un tappeto sotratto alla camera ardente di Moira Orfei, comincia a declamare a memoria i ringraziamenti doverosi. E infine ci narra il suo lessico famigliare, fatto di un padre che dormiva e di lei e la madre che furtivamente guardavano Sanremo, dall’altra parte dell’Europa: oh, ma com’è sta cosa che tutte ste straniere da piccole erano appassionate della kermesse nazionalpopolare italica?
Noemi: la nostra rossa preferita si catapulta sul palco, dimenticando le tette in camerino. Ma per fortuna non il nastro arcobaleno con il quale sfida la censura di mamma (non surrogata) Rai e sostiene pacificamente le unioni civili. Canzone tenue e delicata, a primo impatto mi piace ma vorrei riascoltarla. Le perdoniamo le stonature solo per aver concluso con il celeberrimo “sta senza pensieri”.
La rossa Noemi in arcobaleno |
Arriva la bella e talentuosa Virginia Raffaele, nei panni di Sabrinona nazionale e comincia a far sudare Carletto pronunciando la parola gay.
Dear Jack: ma dico io, voi che avete vinto Amici perché vi siete presi come frontman uno come Leiner che è uscito alla terza puntata di X Factor? E che non sa nemmeno cantare per giunta. Forse per non far sentire Conti l’unico nero sul palco?
Per svecchiare un po’ un festival notoriamente amato dagli adolescenti e dai giovani italiani, arriva il centenario signor Ottaviani, che comunque, bisogna dirlo, canta pur sempre meglio di Leiner. Diciamo che ci è andata meglio quest’anno rispetto alla famiglia di conigli Anania dell’anno scorso.
Il momento tanto atteso è arrivato. Dopo essere scampato all’esplosione di una palazzina e distintosi per il valore e il coraggio con cui ha tweettato il conto alla rovescia per Sanremo, subito dopo la tragedia dove ha perso la vita una donna, arriva lui, il re del botox e delle fiction brutte di Canale 5: Gabriel Garko. Giuro che è la prima volta che lo sento parlare e mi sono sorti seri dubbi sulla sua provenienza extracomunitaria. Mi sono precipitato su Wikipedia e noto turbato che sui suoi natali la confusione è in agguato:
Racconta anche lui una storiellina sulla sua famiglia ma non si capisce niente. E comunque non faceva ridere a priori.
Caccamo/Iurato: la coppia sicula vestita da matrimonio del boss delle cerimonie, con una canzone insulsetta. Ma mi riservo nuovi ascolti.
PAUSA PAUSINI
Arriva Laurona nostra, vestita male come sempre, e ci emoziona con un medley dei suoi successi. Lacrime copiose bagnano i volti degli astanti. Intanto tutta la comunità LGBT freme per avere da lei parole di coraggio e sostegno. Invece Laurona parla di Sanremo che è la sua casa, del suo grammy, dice appositamente parole con la Z per farci sentire che è ancora legata alla sua Romagna (nonostante i suoi innumerevoli viaggi e il suo grammy), di sua figlia e del suo compagno, dei suoi tour, del suo grammy, del parmigiano reggiano. Poi duetta con se stessa da giovane in La solitudine (momento storico per la musica italiana) e, mentre ci ricorda del suo grammy, lancia un “Se siamo simili, siamo tutti uguali, e dobbiamo proteggerci, non dividerci“. Gliela diamo per buona? Ma sì dai, deve comunque condurre un programma a marzo su Rai Uno, non può farla proprio sporca.
Stadio: malinconici e anziani come solo loro.
Garko non sa presentare ma legge il gobbo.
Garko non sa leggere il gobbo perché non vede.
Conti annuncia il cantante al posto suo.
Garko fa la battuta della pasticca dimenticandosi che l’anno scorso l’aveva già fatta Arisa.
Garko fuori dall’Italia, subito. Aiutiamolo a casa sua.
Arisa: evidentemente il suo costumista ha avuto un imprevisto stasera, così come il suo parrucchiere, ma questo non le ha impedito di uscire sul palco con una maglia di quelle lunghe che si usano per pulire in casa e il nastro arcobaleno in mano, che ha brandito per tutto il tempo come un frustino per il bondage. Una delle canzoni migliori stasera.
Cinquanta sfumature di arcobaleno |
Dopo di che il televisore fa le bizze e si posiziona su un canale dove danno una trasmissione del ’98 con Aldo, Giovanni e Giacomo. Erano simpatici venti anni fa, chissà che fine hanno fatto.
Enrico Ruggeri: ma la balalaika non l’aveva già portata a Sanremo? Ma soprattutto, dove ha lasciato la bella Andrea Mirò? Comunque nonostante l’età e l’occhialetto specchiato è ancora molto rock, specie nella scelta di portare il nastro arcobaleno, che qualcuno provvede immediatamente a rimuovere con malcelata stizza, finita l’esibizione.
Ma chi scè l’ha portatho codesto arcobaleno? Maremma… |
Bluvertigo: l’atteso ritorno del gruppo di Morgan (da chi non si sa), esibizione però penalizzata dalla mancata accensione del microfono dell’ex giudice di X Factor. Purtroppo si sentono solo vagiti e qualche rantolo, quindi non saprei giudicare. Ma dal taschino del batterista spunta un nastro arcobaleno.
Torna Virginia_Ferillona che ci sgancia una perla: “io sò n’attrice, mica come a Bellucci che strizza l’occhi e gl’arriva er bonifico!“
SIR GHEI JOHN
Si torna a parlare di musica con l’arrivo – in fascia non protetta – del noto pederasta sir Elton John, che ci delizia con la sua voce e un pianoforte suonato poeticamente. Sir ghei John, vuole per forza celare la sua uomosessualità e parla di approccio cristiano. Carlo gira intorno all’argomento, suda. E quando il sir azzarda un “Non avrei mai pensato di diventare padre”, Carletto sbianca letteralmente. Risolto l’annoso problema dell’accesso di melanina. Così il Sir, per dar sfoggio della sua virilità, si scartavetra una narice e appoggia la preziosissima caccola sul pianoforte.
L’ostensione della preziosa reliquia |
Ma Carletto non pare notare la sacra reliquia e, ormai confuso sul comportamento da tenere con un uomosessuale del suo calibro, gli offre generosamente un omaggio floreale sanremese. Il Sir ringrazia e andandosene fa per inciampare, ma nemmeno con questo stratagemma è riuscito a passare per macho man. Al massimo rocket. La comunità LGBT sentitamente preferiva il nastro di Arisa.
Mamma Rai trama contro gli uomosessuali |
Rocco Hunt: il giovanissimo cantante anglomelodico invita le coscienze sopite a svegliarsi. Ma che n’è stato dell’obbligo di cantare in italiano?
Irene Fornaciari: non molla, non c’è niente da fare. Per la quarta volta sul palco del festivàl, ancora non ha capito l’antifona. E per di più ha deciso di portare una canzone sui migranti che inevitabilmente l’ha fatta affondare in basso nella classifica di gradimento.
Poi arriva il terzo nero della serata, pare sia un cantante di successo, a cui Conti chiede di poter indossare i suoi occhiali. E lui risponde di no. Uno dei momenti più esilaranti di tutta la kermesse.
Finisce così la prima serata del festivàl e, tra nastri arcobaleno, botulino, grammy e mamma Rai, tutto sommato la noia non ha prevalso. Cosa ne sarà stasera? Io la commenterò su Twitter, nel caso.
Se vuoi sapere come continua la storia leggi: #Sanremo2016 – 2° serata: lifting, arcobaleni e il velino incompetente
Se proprio vuoi farti del male ci sono anche le cronache del 2015, 2014, 2013, 2012 et in secula seculorum, amen.
2 commenti
Ho le lacrime!
La valletta decerebrata quest'anno è Garko… è riuscito a farmi crollare l'ormone con quella vocetta (ma dai che è doppiato nelle fiction brutte, allora!) e quella lontra morta in testa!
I Bluvertigo io li amo perchè li amavo mille anni fa quando Morgan aveva i capelli color mogano menopausa e non se li cagava nessuno. Ahimè aveva anche la voce all'epoca!
Noemi mi è piaciuta ed anche il duetto molto disneyano del Rupert Everett italiano con la damigella del Boss. Aspetto con ansia la cronaca di stasera!
No dai la bomboniera sicula no!