Dopo che anche Sir immensità baronetto Elton John si è scagliato su Istagram contro il sindaco di Venezia Brugnaro e la sua sciocca decisione di eliminare dalle scuole della laguna due libri per bambini che raccontano di famiglie omogenitoriali felici, forse è arrivato il momento di fermarsi un attimo a riflettere.
Che i nostri amici sentinelle continuino a leggere in piedi, sotto le intemperie, quello che ritengono opportuno (e qua vi avevo svelato i 5 libri più letti dalla Sentinelle in piedi); che vescovi e cardinali continuino a parlare di sconfitte per l’umanità; che giovanardi vari alzino la voce e metteirenzi qualunque abbassino la testa; che migliaia di persone partecipino ai family day e combattino contro i mulini del gender; che dolci&gabbani ritraggano pure le loro parole contro i bambini sintetici: fatelo, faccetelo, facciatelo, che lo faccino.
Il passaggio su cui vorrei soffermarmi è un altro: la mia generazione cresciuta senza “libri gender” è venuta su meglio? Non so se ci avete fatto caso ma nei libri di favole e fiabe che ci hanno propinato da poppanti plasmabili e influenzabili (così come in tutti i lungometraggi che ne sono stati tratti) non ce n’era quasi uno basato su “famiglie tradizionali“.
Pinocchio aveva solo il povero mastro Geppetto, ma questo non ha evitato che il libro di Collodi rappresentasse un testo scolastico semi-obbligatorio per quasi un secolo. Cenerentola e Biancaneve delle matrigne che le facevano sgobbare come sguattere, Ariel la Sirenetta solo il padre, Dumbo e Bambi, va beh, poveri cristi; Belle solo il padre, così come Pocahontas e Jasmine. Potrei continuare ancora per molto.
Ora sorvolando sul fatto che in questa carrellata ci siano animali, mezzi pesci e pezzi di legno, non mi pare che nessuno si sia mai sognato di dire che i bambini potessero venire influenzati da queste famiglie “incomplete”, o che quelle fossero famiglie sbagliate.
Semmai lo sdegno sarebbe dovuto arrivare ai miei tempi davanti a ragazze che venivano dipinte solo come donne di casa, badanti ed eroine in quanto fedeli al proprio principe. Ora davanti a due pinguini maschi che amano e crescono un piccolo pinguino si torna all’inquisizione, ai roghi e si organizzano addirittura sedute consiliari.
Durante una di queste improvvisamente diventa buio, si oscura il cielo, forse è un segno della rabbia divina che manda piogge gender di glitter e pailletes? Ah no, è solo una nave da crociera davanti a Piazza San Marco.
©Gianni Berengo Gardin – Fondazione Forma per la Fotografia |
2 commenti
Proprio ieri riguardavo Il libro della giungla (Disney)…E come la mettiamo con Balù e Baghera che crescono Mowgli? Quest'ultimo con la finale in -a intende traviare le giovani menti lasciando ad intendere che sia la mamma tra i due? E poi, l'hanno adottato, rapito, o che altro? Ah, questi classici che rovinano le generazioni dagli anni '60…
Ci accuseranno anche di zoofilia ora! 🙂