Da qualche tempo mi sto cimentando con quella evanescente professione dell’Ufficio stampa, o addetto stampa (o come la si vuole definire), per eventi artistici e culturali. In un paese dove fa più notizia la farfallina di Belen o lo sculettamento forsennato di una ragazzina americana viziata, non è certo semplice parlare di cultura e soprattutto farne parlare.
Animato da grande passione, compilo la mia mailing list, il mio indirizzario, recupero contatti e informazioni, controllo i profili social e mi addentro in quello straordinario mondo della stampa italiana. In giro ho visto tanti esilaranti articoli di giornalisti o presunti tali che elencano le tipologie degli uffici stampa più fastidiosi (su Internazionale o su Wired Italia, per esempio). Partendo dall’assunto che essendo, l’ufficio stampa, un lavoro che non richiede una formazione specifica, non nego che ci siano tante persone armate di pc che mandano mail sgrammaticate o cariche di punti esclamativi che ti verrebbe voglia di farle arrestare e condannarle all’ergastolo; o peggio che ci siano sedicenti addetti stampa più invasivi di una colonia di piattole sul pube, in grado di fare recall alle ore più insolite e di mandare mail con allegate teste di cavallo e minacce di morte.
Ma la conditio sine qua non è impossibile procedere è quella di spiegare ai non addetti ai lavori in cosa consista questo scambio d’informazioni che porta dalla comunicazione di un evento al responsabile di una testata fino alla pubblicazione di quell’evento sulla testata medesima, affinché molte persone (almeno più di due) possano prenderne conoscenza: il copia e incolla del comunicato stampa da parte del giornalista. Azione che molte volte comporta solo il tempo dell’apertura della mail o dell’allegato (e non ne comprende obbligatoriamente la lettura). Per cui ai tanti giornalisti piccati dalle tecniche degli addetti stampa che sfiorano lo stalking, rispondo con una sfilza di chicche che potrebbero costituire il Manifesto degli Uffici stampa indignatos.
Detto ciò elenco in ordine casuale le risposte più fastidiose che i giornalisti danno ai malcapitati interlocutori.
L’ATTACCO DEGLI ALIENI
– Buongiorno, ha avuto modo di leggere il comunicato che le ho mandato ieri?
– Guardi, ho avuto un virus nella posta e mi si sono cancellate tutte le mail. Me lo può rimandare gentilmente?
PRONTO SOCCORSO
– Buongiorno, ci siamo sentiti stamattina, la trovo in un buon momento ora?
– Scusi un attimo, mi squilla l’altro telefono….Guardi, mi scusi, oggi non è giornata. Mi può richiamare domani?
RAPIMENTO
– Buongiorno, volevo sapere se avete ricevuto il comunicato che vi ho mandato qualche giorno fa?
– Allora…. mi faccia un po’ controllare… vediamo….sì lo abbiamo ricevuto.
– Ah, ottimo. Spero vi sia sembrata un’iniziativa interessante?
– Sì molto, faremo certamente una segnalazione, me lo rimandi in prossimità dell’evento.
– Perfetto, allora ci risentiamo per quella data.
Giornalista sparito dalla circolazione.
PESSIMISMO COSMICO
– Buongiorno come va?
– E come vuoi che vada, male! Sempre peggio, non c’è mai un momento di pace.
– (panico) Ehmm, mmh, allora confermiamo l’intervista per stasera?
– Sì, se il Papa non si dimette di nuovo, se la Russia non ci stacca il gas o se alla prima della Scala non scatta un incendio dovrei esserci.
MEGLIO APPROFONDIRE
– Buongiorno, mi chiedevo se è riuscito a dedicare attenzione al comunicato che le ho mandato una settimana fa?
– Ah è lei, buongiorno, sì ho letto e le confesso che la cosa mi interessa parecchio. Vorrei capirci di più, magari se ci facessimo una chiacchierata di persona? Le va?
– Certo, potremmo fare un caffè dopo pranzo domani, prima di tornare in ufficio.
– Mmm… in realtà pensavo a qualcosa di più tranquillo dopo il lavoro, un aperitivo o una cenetta? Le va? E’ fidanzata?
EDUCAZIONE E INCISIVITÀ
– “Buongiorno le scrivo per sapere se ha avuto modo di verificare la disponibilità di uno dei suoi collaboratori per l’evento di domani. Attendo una sua cortese risposta. Grazie mille”.
– “No niente“.
MANGIAPANINI
– Volevo confermare la sua partecipazione alla cena-conferenza di stasera?
– Certo sono stato sempre un grande appassionato di musica gospel, posso portare la mia compagna? E’ buffet o cena?
– In realtà si tratta di un evento di musica country. Sicuro di aver letto il comunicato?
– In realtà io scrivo di videogiochi. Comunque se è country posso portare mio figlio che è un grande appassionato?
– L’evento è annullato!
A CAVAL DONATO
– Buongiorno, volevo chiederle gentilmente un suo indirizzo per mandarle il nostro nuovo prodotto, una fioriera auto-irrigante da balcone? Così magari, se le piace, può scriverne nella sezione Giardinaggio.
– Ah, la ringrazio. Mandi tutto all’indirizzo di mia suocera che è una grande appassionata. Le farà sicuramente piacere. Magari aggiunga, mi faccia la cortesia, il mio nome, così è più contenta. Sa, io non ho nemmeno il balcone.
– Mmm… va bene. Quindi poi si farà dare un parere di sua suocera per presentare il prodotto?
– Guardi, non è che di lei mi fidi così tanto. Per la recensione mi sembra dura…. (SILENZIO) Faccia così, sia gentile, ne mandi una anche a mia sorella, sempre col mio nome, che tra un po’ è pure il suo compleanno. Di lei mi fido ciecamente e così sarò in grado di fare il pezzo. D’accordo?
LI MORTACCI
– Buongiorno, ha avuto modo di leggere il comunicato che le ho mandato?
– Guardi, sono fuori dalla redazione per un evento. Mi può rimandare tutto, così appena rientro nel pomeriggio me lo leggo con calma?
– Perfetto le rimando tutto. Grazie mille per la disponibilità.
– A lei, buongiorno!
Messaggio di posta automatico: “Non sarò in ufficio fino alla fine dell’eternità. Per qualsiasi comunicazione urgente scrivere alla mia collega al seguente indirizzo”
P.S.= Inutile dire che queste sono tutte situazioni che mi sono state riportate! Io mi sono sempre trovato benissimo con i giornalisti che ho contattato!
5 commenti
Che spasso di post. Ammetto di essermi ritrovata in un paio di situazioni simili, precisamente attacco degli alieni (la più gettonata direi) e li mortacci (ancora peggio è quando l'indirizzo di posta segnalato è inesistente o la casella è intasata). Il metodo che ho adottato è rimandare la mail in diretta telefonica. E' uno spasso quando ti dicono: "Mi dispiace, non vedo nulla" eppure hai appena sentito l'avviso sonoro per la nuova mail arrivata.
Bisognerebbe istituire un corso universitario di Antropologia e fenomenologia analitica dei giornalisti (o presunti tali). Parentesi inclusa 🙂
Il mondo dell'informazione (poca) e della disinformazione (tanta di più) è piena di presunti giornalisti. Ma anche di presunti addetti stampa. Potrei fare altrettanti esempi di telefonate ricevute del tutto sconclusionate e in orari inopportuni per il semplice fatto che troppo spesso l'addetto stampa è solo "addetto" ma non sa nulla di giornali, tv, radio ecc., non conosce gli orari di lavoro più intenso e quindi poco utile per farsi ascoltare. Le risposte evasive o elusive sono molto spesso un modo rapido per non usare la scortesia di dire: . Ho prato spesso a spiegare anche il perchè ma mi è costato un mucchio di tempo inutilmente. Se posso dire, aggiungerei che i rapporti prima si creano, si stabilisce un minimo di conoscenza, insomma si apre un dialogo poi, scegliendo a chi proporre un certo argomento, fare la famosa telefonata. Altrimenti l'addetto stampa si trasforma in un postino porta a porta e va già bene se l'interlocutore ascolta cercandi una onorevole via di fuga. I veri uffici stampa, se e quando funzionano professionalmente, sono spesso la mecca per i giornalisti che spesso hanno bisogno di approfondire, chiarire o capire meglio il senso di una notizia. E' in quel momento che inizia la collaborazione e quando l'ufficio stampa ha necessità di far uscire qualcosa che vale poco si conclude con un <….caro, sai bene che questa è una puttanata ma se oggi ti serve davvero la sistemo io. A buon rendere>. Funziona così, perchè i giornalisti, almeno quelli di mestiere, non sono dei cestini in cui infilare qualsiasi cosa. Gli altri sono solo degli improvvisati come quelli che li chiamano. Scaricare la propria inesperienza su quella altrui comunque non aiuta nessuno. Un corso universitario? Ma certo: i giornalisti professionisti (iscritti all'Ordine, buono o cattivo che sia) fanno gli esami. Gli "addetti stampa" no. Grazie per l'attenzione e anche per il probabile dissenso.
errata corrige: non so perchè ma è saltata una frase: ….non usare la scortesia di dire: non è una notizia, grazie, ma non mi interessa. Ho provato spesso….
Invece caro Claudio mi trovi completamente d'accordo. Non essendo questo il mio lavoro (mai dire dai) ho incontrato gente davvero incompetente che si spaccia per ufficio stampa. Ma proprio perché faccio un altro lavoro vedo tanti "giornalisti" pubblicare sondaggi inventanti di sana pianta, notizie senza verificarle, articoli per nulla interessanti e/o pubblicitari in cambio di centinaia di euro. Vedo anche testate rispettate e antiche comprare traffico e visite, e in questo il web ha parecchio inciso sulla selezione delle notizie. Insomma tutto quello che descrivi è un mondo idilliaco, che però i tempi dell'online hanno distrutto e svuotato di significato professioni e contenuti. Beninteso, chi sa fare bene il suo lavoro continua a farlo. E poi c'è chi continua a restare un cane.
A presto 🙂