Dopo un insoddisfacente Magnifica presenza, torna l’Ozpetek che più mi piace, quello legato alle tematiche di Saturno contro o delle Fate ignoranti, dove si mescolano vita, dolore, felicità.
Sono andato a vedere Allacciate le cinture proprio il 6 marzo, la sera dell’uscita, ma senza grandi aspettative. Il cast mi aveva fatto presagire una svolta commerciale che non avrei potuto perdonare a Ferzan. Soprattutto la scelta di un tronista come protagonista l’ho trovata inaccettabile- Anche la locandina non m’ispirava granché. Eppure il film ha riservato grandissime sorprese.
Innanzitutto torna la luminosa e barocca Lecce di Mine vaganti, torna il dolore e la malattia, torna l’amore vero. Kasia Smutniak davvero molto brava; il tronista Arca, più cafone e buzzurro che non si può, risulta credibilissimo, proprio perché interpreta un tamarro, quindi se stesso (numerose sono le inquadrature del suo culo). I due si amano nonostante l’estrema diversità dei loro caratteri. Per tutto il tempo la mia bacchettonaggine radical chic mi ha fatto sperare che lei lo lasciasse, perché oggettivamente meritava di meglio. Ma l’autenticità di questo amore sopravvive ai tradimenti di lui e alla lunga malattia di Elena (Kasia), e questo fa ben sperare un po’ tutti noi. Paola Minaccioni davvero esilarante, nonostante la tragicità del suo personaggio. Carla Signoris ed Elena Sofia Ricci, mezze sorelle, mezze amanti, davvero meravigliose. Superba anche Luisa Ranieri. Da non dimenticare la coinvolgente colonna sonora A mano mano, scritta da Cocciante e cantata da Rino Gaetano.
Una storia che parte dal 2000 e arriva fino a noi, vede nascere un progetto, un amore, un lento dolore, una grande forza. Ora Ferzan, ti chiedo solo di ripristinare le tue belle tavolate. Dopo di che siamo a posto!

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