Il concetto è abbastanza semplice nella sua assurdità: c’era bisogno di un cambiamento urgente perché un governo di larghe intese siffatto in 10 mesi non era ancora riuscito a metter man a riforme serie, urgenti, “che il paese ci richiede”.
Quindi, quale soluzione migliore se non quella di decidere così, arbitrariamente, di sostituire il malcapitato Letta di turno con un giovinotto rampante del suo stesso partito?
L’incapace governo delle larghe intese resta comunque quello, l’incapace partito di provenienza del leader resta lo stesso, il faccione che stringerà mani e lancerà hashtag di successo però sarà uno nuovo.
Il cambiamento che ci voleva.
Una serie convulsa d’interventi, “job act”, “timing” serratissimi, #proviamoci e altre belle cose: Renzi sale, l’Italia precipita nella confusione. Il sindaco boy scout promette una riforma al mese: completerà tutto entro maggio 2014. Ma garantisce che il governo durerà fino al 2018. Quello che farà da maggio a al 2018 non è dato sapere, visto che avrà già risollevato il paese in 3 mesi (e il quarto risorgerà).
Intanto i giornalisti sembrano preoccupati di passare in rassegna le vetture e i mezzi di locomozione dei politici. Letta a bordo della sua Fiat Ulysse, Renzi guida una Smart, poi una Giulietta Bianca, insomma c’è davvero pane per i denti degli appassionati d’auto.
Nel frattempo un PD allo sbaraglio, appare in TV per bocca di alcuni esponenti e afferma di aver raggiunto un buon risultato col governo Letta: di aver causato la spaccatura del centro destra italiano. Che a me sa tanto del ragazzino che torna a casa e per giustificarsi coi genitori del 5 preso al compito in classe, dice che era difficilissimo e che addirittura i suoi compagni hanno preso 2 e 3. Lui è stato anche bravo a confronto.
Tutto ha il sapore di un circo, come dicevo qualche tempo fa. La situazione non è cambiata ma si è arricchita di pugnalate, Giuliette, scout e ruote della fortuna. La mia faccia in questo periodo è un po’ così.

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